Consiglio europeo sul Coronavirus, via libera al Recovery Fund
Consiglio europeo oggi, 23 aprile 2020 | Diretta
Si è tenuta oggi, giovedì 23 aprile 2020, l’attesa riunione (in teleconferenza) del Consiglio europeo per definire la risposta dell’Ue alla crisi economica provocata dall’emergenza Coronavirus. Dopo il documento economico informale firmato due settimane fa dall’Eurogruppo, le opzioni d’intervento sul tavolo dei capi di Stato e di governo erano il ricorso al Mes, alla Banca europea per gli investimenti (Bei) e a Sure, un sorta di cassa di integrazione europea varata dalla Commissione europea. A questi strumenti i capi di Stato e di governo ha concordato di affiancare il Recovery fund. [Consiglio europeo: cosa prevede l’accordo di oggi].
Consiglio europeo di oggi, le ultime notizie
Ore 20,25 – Conte: “Passo importante” – Queste le parole del premier Conte in conferenza stampa: “Tutti e 27 i Paesi hanno accettato di introdurre per reagire a questa crisi sanitaria, economico e sociale il Recovery Fund. Sarebbe un fondo per la ripresa con titoli comuni europei, che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti tra cui l’Italia e non solo l’Italia. È importante perché è passato anche il principio che è uno strumento urgente e necessario. L’Italia è stata in prima fila a chiederlo”. Qui il discorso integrale di Conte.
Ore 20,05 – Conte a breve in conferenza stampa – Il premier italiano Giuseppe Conte ha annunciato una conferenza stampa per le 20,15. “Grandi progressi, impensabili fino a poche settimane fa, all’esito del Consiglio Europeo appena terminato. La Commissione lavorerà in questi giorni per presentare già il prossimo 6 maggio un Recovery Fund che dovrà essere di ampiezza adeguata e dovrà consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico”, annuncia Conte.
Ore 19,55 – Von der Leyen: “Migliaia di miliardi per il Recovery Fund” – Per il Recovery Fund “non parliamo di miliardi, parliamo di migliaia di miliardi”. Lo ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo.
Ore 19,50 – Michel: ok al Recovery fund – I capi di Stato e di governo della Ue sono d’accordo nell’affidare alla Commissione europea il compito di presentare una proposta dettagliata sul Recovery fund. Lo dice il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Il Fondo sarà legato al bilancio pluriennale della Ue. “Sulla base della proposta della Commissione” i governi discuteranno delle caratteristiche del recovery Fund, “ci sono sensibilità diverse ma c’è la volontà politica di lavorare insieme e di trovare un compromesso”, ha detto Michel. “Sono ottimista”. Cos’è il Recovery fund.
Ore 19,45 – A breve von der Leyen in conferenza stampa – Fra pochi minuti la conferenza stampa di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.
Ore 19,40 – Conte: “No differenze tra Nord e Sud” – “Noi stiamo lavorando per preservare il mercato interno e in questa prospettiva non ci sono differenze tra Nord e Sud dell’Europa”. Lo ha dichiarato, secondo quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte nel corso del Consiglio europeo. “Dobbiamo rivedere il concetto di solidarietà non solo nel senso di altruismo, ma anche nel concetto meno romantico di “comunità di interessi”, ha spiegato il presidente del Consiglio.
Ore 19,30 – Conte: “Recovery Fund da 1.500 miliardi” – “L’ammontare del Recovery Fund dovrebbe essere di 1,5 trilioni di euro”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, durante la video conferenza del Consiglio Ue sulle misure da mettere in campo per l’emergenza economica. “Dovremmo dare un mandato chiaro alla Commissione per preparare il primo possibile una proposta concreta che preveda il ‘Recovery Fund’ e un ‘ponte’ per anticipare le risorse già quest’anno”.
Ore 17,00 – Lagarde: “Serve subito un Recovery Fund” – Serve subito un Recovery Fund “forte e flessibile”. Lo ha detto, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, la presidente della Bce, Christine Lagarde, in collegamento con i leader Ue.
Ore 15,25 – Il Consiglio europeo è iniziato
Ore 15,20 – L’Italia chiede un Recovery Fund con bond perpetui – L’Italia chiede la creazione di un Recovery Fund Europeo da 1.000-1.500 miliardi di euro, da raccogliere con bond perpetui, che possa essere usato dagli Stati membri per “finanziare le misure e le politiche legate alla crisi Covid-19”, in particolare il sostegno all’occupazione, alle imprese e al settore sanitario, inclusa la preparazione della ricostruzione e la fase di ripresa. Lo si legge in una nota tecnica preparata dal Governo italiano in vista del Consiglio europeo. Il documento precisa che il Fondo non è destinato a mutualizzare il debito esistente, ma che sarà uno “strumento temporaneo e durerà solo fino a quando persistono le conseguenze sanitarie e economiche del Covid-19”. “Il Fondo potrebbe essere finanziato da bond comuni con una maturità il più lunga possibile emessi dall’Ue con una garanzia implicita del bilancio Ue e essere basato sull’articolo 122 del Trattato”.
Ore 12,50 – Cdu insiste: “Coronabond non è soluzione” – La Cdu, il partito di Angela Merkel, ribadisce, così come già fatto dalla Cancelliera tedesca, la sua contrarietà ai Coronabond come strumento per contrastare lo shock economico derivante dalla pandemia. Parlando al Bundestag, infatti, la vice capogruppo Cdu ha ripetuto che “non siamo cattivi europei solo perché non vediamo i Coronabond come soluzione per l’Europa”. Secondo l’esponente conservatrice inoltre “una solidarietà sbagliata sarebbe una solidarietà debole”.
Ore 12,00 – Scholz: “Si parlerà di dimensioni recovery fond” – Secondo il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz al vertice Ue in programma a breve si parlerà soprattutto “della dimensione del fondo per la ricostruzione europea” da lanciare per salvar l’economia dopo la crisi da Coronavirus. “Lo strumento più adatto è il bilancio Ue” ha spiegato ancora Scholz, secondo il quale “poi si troveranno anche i modi per spendere all’inizio più soldi”.
Ore 10,00 – Merkel: “No a Eurobond: sarebbe processo troppo lungo. Pronti a maggiori contributi al bilancio Ue” – In mattinata, la cancelliera tedesca Angela Merkel si è espressa sul Consiglio europeo di oggi e, sul tema degli Eurobond, è stata perentoria: “Non sono il mezzo adatto per combattere la crisi da Coronavirus – ha detto nel suo discorso al Bundestag – dato che per un tale passo tutti i Parlamenti degli Stati membri” dovrebbero decidere che una parte dei loro bilanci deve essere trasferita all’Ue e questo sarebbe “un processo molto difficile che prende molto tempo e non un processo che aiuterebbe nella presente situazione”. La priorità, in questo momento, è quella di “aiutare rapidamente e avere rapidamente nelle mani strumenti che possano alleviare le conseguenze di questa crisi”. Secondo Merkel, perché siano davvero efficaci, i mezzi finanziari necessari a contrastare gli effetti economici della pandemia debbano essere a disposizione a partire dal primo giugno. Per questo, la cancelliera si è detta favorevole “ad aumentare sensibilmente” il bilancio Ue, proponendo un “programma congiunturale di due anni” per rimettere in sesto l’economia europea.
Consiglio europeo: come siamo arrivati fin qui
Il documento economico informale firmato due settimane fa dall’Eurogruppo ha indicato principalmente tre modalità di intervento per sostenere l’economia degli Stati membri: il Mes, la Banca europea per gli investimenti (Bei) e Sure, la cassa di integrazione europea. Queste tre misure sono anche oggi al centro della discussione. In particolare, bisogna definire le regole d’utilizzo del Mes: l’Eurogruppo ha previsto che non dovrebbe esserci nessuna condizionalità per le spese sanitarie dirette e indirette. Il Consiglio europeo di oggi è chiamato a confermare o modificare questa impostazione.
Sul tavolo ci sono però anche altre opzioni. Alcuni paesi – tra i quali l’Italia – hanno proposto soluzioni alternative, soprattutto rispetto al Mes (osteggiato apertamente da Lega e Fratelli d’Italia, ma anche dal M5S). Una di queste, avanzata in particolare dalla Francia, prevede di creare un Recovery Fund finanziato da tutti gli Stati membri che emetta titoli di Stato comuni (i cosiddetti Recovery bond). Sembra invece ormai sfumata la strada – caldeggiata dall’Italia – dei cosiddetti Eurobond, cioè veri e propri titoli di Stato comunitari.
Consiglio europeo: le opzioni sul tavolo
Di seguito le principali misure oggetto di discussione nel Consiglio europeo di oggi, giovedì 23 aprile.
Recovery fund e Recovery bond
Il Recovery fund sarebbe un un nuovo fondo da istituire a livello comunitario, gestito dalla Commissione europea o, in alternativa, dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). Il fondo raccoglierebbe sul mercato 1.000 o 1.500 miliardi di euro attraverso l’emissione di obbligazioni, i cosiddetti Recovery bond (o Ursula bond, dal nome della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen). Questi bond sarebbero garantiti dal bilancio europeo del settenato 2021-2027 incrementato con nuove contribuzioni dirette da parte degli Stati membri. Le somme così raccolte sarebbero poi girate ai singoli Stati tenendo conto del livello di gravità di ciascuna situazione: in altre parole, i paesi più in difficoltà (come Italia e Spagna) riceverebbero più risorse di altri.
Eurobond
Gli Eurobond sono oggetto di dibattito nell’Unione europea da almeno dieci anni. Non c’è una definizione precisa: non essendo mai stati introdotti, infatti, ne esistono svariate tipologie a seconda delle interpretazioni e degli orientamenti. In generale, possiamo dire che gli Eurobond sono – o, meglio, sarebbero – titoli di Stato comunitari, che andrebbero così a dar vita a una vero e proprio debito pubblico europeo. Se ne era parlato molto ai tempi della crisi della Grecia, ma questo strumento finora non ha mai visto la luce.
Mes
Mes è l’acronimo di Meccanismo europeo di stabilità: viene chiamato anche Fondo Salva-Stati. Il Mes è operativo dal 2011 e da un paio d’anni è al centro di un contestato progetto di riforma. Si tratta di un’organizzazione internazionale europea istituita dagli Stati che adottano l’euro con l’obiettivo di dare assistenza ai Paesi dell’Eurozona che si trovano in difficoltà finanziarie. Attraverso il Mes possono essere concessi prestiti, acquistati titoli di Stato, fornita assistenza finanziaria, si può intervenire sulla ricapitalizzazione di banche e istituzioni finanziare e si possono concedere prestiti ai governi. Gli Stati che accettano di ricevere questi aiuti, tuttavia, devono rispettare uno specifico piano di risanamento economico basato sull’analisi di sostenibilità del debito pubblico. A formulare questa analisi sono la Commissione europea, il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca centrale europea (Bce), che insieme costituiscono la cosiddetta Troika. Qui maggiori dettaglio su come funziona il Mes.
Sure
Sure è un nuovo strumento varato dalla Commissione europea come misura di sostegno per i Paesi in difficoltà. Si tratta di qualcosa di simile alla Cassa integrazione italiana o al Kurzarbeit tedesco: in pratica è un contributo economico per i lavoratori a cui possono fare ricorso le aziende che si trovano in crisi. Questo strumento è pensato per ridurre i costi a carico del datore di lavoro in difficoltà tutelando però al tempo stesso i posti di lavoro. Sure dovrebbe avere un plafond iniziale di 100 miliardi di euro finanziato attraverso prestiti garantiti da tutti gli Stati membri. Le modalità di funzionamento precise non sono ancora note.
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