Il Consiglio d’Europa contro l’Italia: “I politici incitano all’odio, aumentano i discorsi razzisti e xenofobi”
In Italia stiamo assistendo a “un aumento dei discorsi d’odio da parte dei politici”. A dirlo è l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, nel suo rapporto di monitoraggio sul nostro paese. L’Assemblea si è detta preoccupata per “l’aumento degli atteggiamenti razzisti, della xenofobia e delle posizioni anti Rom nel discorso pubblico, in particolare sui media e su Internet”.
L’Assemblea è l’organo parlamentare del Consiglio d’Europa, ed è composta da 324 membri provenienti dai 47 paesi membri del Consiglio d’Europa. L’Italia ha diritto a 18 seggi.
La delegazione italiana, formata da esponenti di varia appartenenza politica, aveva chiesto emendamenti al testo, ma sono stati rigettati, e il rapporto è stato votato dall’assemblea. Tra i punti più critici del rapporto vi è la preoccupazione per la politica dei porti chiusi, portata avanti dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. I partiti al governo vengono definiti di estrema destra (Lega) e antisistema (Movimento 5 stelle).
“É scandaloso e inaccettabile che nella risoluzione si accusi il nostro Paese di una serie di gravi comportamenti razzisti, xenofobi e anti umanitari”, sostengono i parlamentari della Lega Paolo Grimoldi, Alberto Ribolla e Manuel Vescovi, che fanno parte della delegazione italiana al Consiglio d’Europa.
“Non possiamo accettare che nella relazione sull’Italia il relatore scriva, in tema di politiche migratorie, di ‘essere seriamente preoccupato’ perché le politiche del governo ostacolano il lavoro delle Ong, mettendo a rischio vite umane e violando norme umanitarie fondamentali ed esprima preoccupazione per la recrudescenza di atteggiamenti razzisti, della xenofobia e di incitamenti all’odio da parte di responsabili politici”, sostengono.
Il rapporto contiene 12 paragrafi dedicati all’Italia. Non tutti sono critici. L’Italia viene apprezzata per la riforma della Rai e per le riforme in campo penale, ma viene invitata a “rafforzare la libertà dei media, di affrontare la questione della concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione e di depenalizzare la diffamazione introducendo anche un principio di proporzionalità per le sanzioni”. Il rapporto chiede inoltre all’Italia di migliorare nel campo della lentezza della giustizia e della corruzione.
Il rapporto è stato votato dai 4 componenti del Pd della delegazione (Andrea Orlando, Elena Boschi, Piero Fassino e Roberto Rampi) e dal deputato di Forza Italia Francesco Scoma. I rappresentanti di Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e gruppo misto hanno votato contro. Il deputato dei 5 stelle, Francesco Berti si è astenuto. I rappresentanti della Lega hanno invece disertato la votazione.