In Congo non ci sono abbastanza siringhe per i vaccini contro la febbre gialla
Il mese scorso è scoppiata un'epidemia del virus mortale e le scorte mondiali di vaccini sono in calo, la campagna dell'Oms è a rischio
Sembra incredibile eppure è proprio così: la carenza di siringhe sta limitando gli sforzi degli operatori sanitari per vaccinare la popolazione della Repubblica democratica del Congo contro un’epidemia di febbre gialla, nonostante nel paese siano state consegnate oltre un milione di dosi.
L’epidemia è stata dichiarata il mese scorso nella capitale Kinshasa e in altre due province che confinano con l’Angola dove da dicembre 2015 a oggi, la febbre gialla ha ucciso 350 persone.
L’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) ha riferito che i casi sospetti in Congo sono circa 1.400, e ha registrato 82 decessi. Desta particolare preoccupazione la possibilità che l’epidemia si diffonda a Kinshasa, una città da 12 milioni di abitanti e servizi sanitari inadeguati.
L’Oms ha intenzione di cominciare una campagna di vaccinazioni nella provincia di Kwango il 20 luglio ma il suo portavoce in Congo, Eugene Kabambi, ha riferito che il paese dispone di meno della metà delle siringhe che sarebbero necessarie.
Inoltre, le scorte mondiali di vaccini per la febbre gialla, un virus diffuso dalle zanzare, sono circa sei milioni e la produzione di altre dosi richiede un anno. Insomma, non bastano per tutti, anche se l’Oms ha raccomandato di iniettare a ciascun paziente una dose ridotta utile a bloccare il contagio almeno temporaneamente.