Conflitto in Nagorno-Karabakh: “un caccia turco ha abbattuto un aereo armeno”
È iniziato da pochi giorni e già rischia di allargarsi a dismisura il conflitto che si sta consumando tra Armenia e Azerbaijan in Nagorno-Karabakh, un territorio separatista collocato in Azerbaijan ma controllato dall’Armenia. Il conflitto in Nagorno-Karabakh è scoppiato all’inizio degli anni Novanta e non è mai davvero terminato. Gli scontri tra gli eserciti armeno e azero riprendono periodicamente (le ultime volte nel 2012 e nel 2016), ma sono quasi sempre a bassa intensità e si risolvono nel giro di poche settimane.
Negli ultimi giorni, invece, i combattimenti sono stati più violenti. Sono morte almeno 84 persone, tra cui alcuni civili, ed entrambi gli eserciti hanno usato artiglieria, mezzi pesanti e hanno mobilitato i riservisti, segno che i combattimenti potrebbero essere più estesi e intensi rispetto agli anni scorsi.
Il ministro degli Esteri armeno ha fatto sapere che un caccia F-16 turco ha abbattuto un aereo di fabbricazione russa Su-25 delle Forze armate dell’Armenia. Il pilota è morto. L’abbattimento è avvenuto, secondo la Difesa armena, nello spazio aereo dell’Armenia. La Turchia, che sostiene l’Azerbaigian nel conflitto, non ha fatto commenti.
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Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha denunciato l’uccisione di 10 civili azeri in seguito a bombardamenti armeni sul fronte del Nagorno-Karabakh, dal 27 settembre a oggi. Domenica, ha detto il presidente, “le forze armate armene hanno lanciato una nuova aggressione militare contro l’Azerbaigian lungo la linea di contatto. A seguito dei bombardamenti dei militari armeni, sono stati uccisi civili azeri”. “Purtroppo, il numero di civili morti è 10, compresa una famiglia di cinque persone”, ha detto Aliyev nella cerimonia di accettazione delle credenziali del nuovo ambasciatore pakistano a Baku. Dal canto suo, l’Armenia ha denunciato che un autobus di civili è stato colpito nella città armena di Vardenis da un drone militare azero.
Secondo il ministro degli Esteri armeno la Turchia “sostiene l’aggressione” anche con l’uso di mercenari stranieri. La risposta di Recep Tayyip Erdogan è concentrata in una critica a Francia, Stati Uniti e Russia (i tre partecipanti al cosiddetto Gruppo di Minsk creato nel 1992 per risolvere il conflitto), rei di non essere riusciti a risolvere le tensioni dopo trent’anni.
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