Conflitto tra Israele e Hamas, Unicef: “Sono i bambini di Gaza a pagare il prezzo più alto: 9 morti e 43 feriti”
In Medio Oriente si respirano venti di guerra dopo il lancio di razzi da Gaza verso Gerusalemme, che ha provocato l’immediata risposta di Israele con un raid sulla Striscia. Si fa sempre infatti sempre più duro lo scontro tra Israele e Hamas, che arriva a coinvolgere anche Tel Aviv. L’organizzazione palestinese ha annunciato di aver lanciato 130 razzi verso la seconda città israeliana, dove si sono udite le sirene e si è registrato un ferito.
Secondo dati ufficiali delle Nazioni Unite, solo la scorsa notte sono rimasti uccisi quattro minori, tutti appartenenti alla stessa famiglia, portando il totale a 9, e altri 43, di età compresa tra i zero e i 18 anni, sono rimasti feriti nella rappresaglia scoppiata a Gaza. Un minore morto anche in Israele. È quanto ha confermato a Fanpage.it Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, in costante contatto con Unicef Palestina.
L’ospedale al-Makassed di Gerusalemme est, riferiscono i media, ha proclamato lo stato di emergenza, mentre continuano ad affluire palestinesi feriti negli scontri con la polizia israeliana. Tra coloro che sono rimasti coinvolti negli scontri degli ultimi giorni, riferisce Unicef, ci sono anche molti bambini: “Negli ultimi due giorni, 29 bambini palestinesi sono stati feriti a Gerusalemme Est, anche nella Città vecchia e nel quartiere di Sheikh Jarrah. Otto minorenni palestinesi sono stati nel frattempo arrestati. Tra i feriti, anche un bambino di un anno. Alcuni bambini, che sono stati portati in ospedale per essere curati, avevano ferite alla testa e alla spina dorsale. L’Unicef ha ricevuto rapporti secondo cui alle ambulanze è stato impedito di arrivare sul posto per assistere ed evacuare i feriti e che una clinica in loco è stata colpita e perquisita”, hanno dichiarato Ted Chaiban, direttore regionale dell’Unicef per il Medioriente e il Nord Africa, e Lucia Elmi, rappresentante speciale dell’agenzia in Palestina.
“I bambini stanno pagando un prezzo altissimo – ha continuato Iacomimi -. Sono giorni che noi chiediamo la fine dell’escalation di violenza, che è esplosa ieri. Già il 6 maggio scorso, dopo la morte di un 16enne a Odala, abbiamo denunciato la situazione. Ancora il 9 maggio abbiamo chiesto a Israele di rilasciare alcuni bimbi detenuti a Gerusalemme Est mentre altri 27 erano rimasti feriti. Poi la situazione è peggiorata. I casi di minori coinvolti tra ferimenti e detenzioni cominciano ad essere troppo alti”.
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