Come ti uccide l’iniezione letale negli Stati Uniti
Tre farmaci compongono il cocktail somministrato durante le esecuzioni e nessuno di questi è stato pensato per uccidere
Di pena di morte si parla ogni volta che, soprattutto negli Stati Uniti, si procede a un’esecuzione. L’Arkansas ha giustiziato quattro condannati a morte ad aprile 2017 dopo aver scoperto che uno dei sedativi sarebbe scaduto alla fine del mese. Il processo chimico che porta alla morte i detenuti, però, non sempre è chiaro anche perché le aziende farmaceutiche preferiscono non essere associate alle iniezioni letali.
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I farmaci utilizzati negli Stati Uniti sono tre. Un cocktail in cui ciascuno degli ingredienti è fondamentale per portare a termine l’esecuzione. La prima sostanza è il Midazolan, il sedativo la cui scadenza imminente ha affrettato i tempi delle esecuzioni in Arkansas.
Viene somministrato dagli anestesisti prima di procedure come la colonscopia, oppure quando c’è bisogno di calmare un paziente in vista di un intervento chirurgico. Come spiega il blog statunitense Lifehacker, che si occupa di tecnologia, in sala operatoria questo farmaco precede la vera anestesia.
Nel caso delle esecuzioni, la dose di Midazolan somministrata è notevolmente superiore a quella che riceve un paziente chirurgico, 500 milligrammi al posto di quattro. Lo scopo è quello di ridurre al minimo la consapevolezza del condannato riguardo a quello che sta per accadere. In alcuni casi, tuttavia, il Midazolan è stato criticato perché non sempre è pienamente efficace.
Il secondo farmaco somministrato nel corso delle iniezioni letali è il vecuronio bromuro che rilassa e paralizza i muscoli. Nelle operazioni chirurgiche se ne usano circa 8 grammi. I cento milligrammi di questo miorilassante che vengono iniettati ai condannati causano il blocco del diaframma e, di conseguenza, l’interruzione della respirazione. Tuttavia, a causa di questa paralisi il condannato non è più in grado di muoversi o parlare, e quindi questo farmaco gli impedisce di manifestare l’eventuale dolore che può provare.
L’ultima sostanza che viene iniettata nelle vene dei detenuti è il cloruro di potassio. Di solito viene usato in medicina per integrare l’apporto di potassio. In dosi massicce, però, riesce a fermare il cuore.
Nella maggior parte dei casi la morte del condannato è causata già dalla somministrazione dal vecuronio bromuro. Se questo non succede, però, il detenuto è soggetto a gravi sofferenze, dato che questa sostanza può distruggere le vene provocando una sensazione di bruciore.
Nessuna delle sostanze citate è stata pensata per uccidere le persone. Negli Stati Uniti è spesso difficile reperire i farmaci necessari a procedere alle esecuzioni. Precedentemente si usava il Pentobarbital che è impiegato anche nell’abbattimento degli animali. L’Unione europea ha vietato l’esportazione di farmaci che possono essere usati come strumenti di tortura, definizione che include le esecuzioni.
I farmaci utilizzati in Arkansas, però, sono inseriti nella lista delle medicine essenziali e sono stati acquistati dallo stato per le iniezioni letali aggirando così la decisione delle case farmaceutiche di non fornire questo tipo di sostanze.
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