Come sono andate le elezioni in Irlanda del Nord
I nazionalisti del Sinn Fein arrivano secondi per pochi voti e risultano i veri vincitori di questa tornata elettorale
Il 3 marzo i cittadini dell’Irlanda del Nord sono stati chiamati a rinnovare il loro parlamento locale. Il voto popolare ha sancito la vittoria di misura – appena lo 0,2 per cento di consensi di vantaggio – degli unionisti conservatori del Democratic Unionist Party, in discesa di un punto percentuale rispetto alle elezioni dello scorso anno sui nazionalisti cattolici e repubblicani del Sinn Fein, che seppur di pochissimo secondi come voti e seggi sembrano essere i veri vincitori di queste elezioni.
Mentre il DUP ha ottenuto il 29,1 per cento dei consensi (un punto in meno dell’anno scorso) e 29 seggi (4 in meno), il Sinn Fein ha ottenuto il 28,9 per cento dei voti, crescendo di quasi quattro punti rispetto all’anno scorso e ottenendo 27 seggi, quattro in più di prima.
Dietro di loro sono arrivati i conservatori unionisti euroscettici dell’UUP con il 12,9 per cento dei voti socialdemocratici nazionalisti del SDLP con l’11,9, i liberali di Alliance al 9,1, i nazionalisti britannici del Traditional Union Voice al 2,6, i Verdi al 2,3 e i trozkisti di People before profit all’1,8.
Secondo gli accordi di pace in vigore nell’Irlanda del Nord il governo deve essere condiviso da unionisti e nazionalisti, e per questo il DUP e il Sinn Fein hanno adesso tre settimane di tempo per creare un nuovo governo. Diversamente, dovranno svolgersi nuove elezioni.
Nonostante fossero le seconde elezioni svoltesi in Irlanda del Nord a distanza di dieci mesi, l’affluenza record è stata uno dei dati più importanti di questa tornata: i votanti hanno infatti toccato quota 64 per cento, contro il 54 per cento del 2016.
Va ricordato inoltre come nel referendum sulla Brexit del 2016 in Irlanda del Nord abbia vinto il Remain, diversamente dalla maggior parte del Regno Unito. Questo fatto ha favorito una campagna d’opinione tra i nazionalisti del Sinn Fein – sostenitori del Remain e attivi anche nella Repubblica d’Irlanda – sulla possibilità di un’unificazione irlandese.