Guerra e malattie: come il conflitto rischia di aumentare la diffusione di HIV e tubercolosi in Ucraina
L’invasione della Russia in Ucraina potrebbe provocare un’impennata nei casi di HIV e tubercolosi
L’Ucraina combatte da anni con tassi decisamente alti nei casi di HIV e tubercolosi, ma le riforme operate nel campo della salute pubblica guidate dal governo e dai gruppi della società civile sono riuscite a compiere progressi significativi a riguardo.
Ora però la guerra rischia di spazzare via gli obiettivi raggiunti negli ultimi dieci anni, interrompendo il rifornimento di medicinali antiretrovirali contro l’HIV e per la tubercolosi. Se si pensa anche alle pessime condizioni in cui si trovano le persone in fuga dal fronte, si crea la ricetta perfetta per la diffusione di queste malattie e molti pazienti iniziano a essere preoccupati per il futuro che li attende.
Svetlana, una residente di Dnipro che fa uso di medicine antiretrovirali da quando le è stato diagnosticato l’HIV nel 2010, ha spiegato a Politico come per lei sia impossibile interrompere queste cure, anche per un solo giorno.
“Siamo persone malate,” dice, “queste sono pillole salvavita. Se resto senza vado nel panico.” Svetlana a casa ha medicinali sufficienti per un mese dopo che i dottori hanno iniziato a distribuire un numero più considerevole di compresse ai loro pazienti per garantire scorte sufficienti in caso siano obbligati a fuggire e non riescano a raggiungere un centro per la cura dell’AIDS.
Secondo Politico, circa l’1% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 49 anni – circa 250mila persone – vivono con l’HIV in Ucraina. Si tratta del numero più alto in Europa orientale e Asia centrale dopo la Russia – l’unico Paese della regione dove le infezioni di HIV sono ancora in aumento.
A preoccupare le autorità sanitarie locali sono anche i resoconti del passato recente. Quando la Russia invase l’Ucraina orientale nel 2014, annettendo la penisola della Crimea, i funzionari misero al bando i programmi terapeutici per la sostituzione degli oppioidi, arrivando addirittura a bruciare i medicinali in pubblico. Secondo le Nazioni Unite, queste azioni hanno provocato almeno 100 morti per suicido, overdose e complicazioni collegate all’HIV e la tubercolosi nell’anno seguente.
Per ora i medici ucraini si arrangiano come possono. Alcune cliniche mobili che percorrevano degli itinerari fissi per offrire servizi di prevenzione contro l’HIV e la tubercolosi sono state riadattate per operare in economia di guerra, mentre la Fondazione globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria ha acquistato una flotta di 16 veicoli per compiere nuovi tragitti nella regione di Kiev e portare aiuti dal confine polacco.