Wikileaks, è scomparso il co-fondatore Arjen Kamphuis
L'esperto di sicurezza informatica è stato visto l'ultima volta due settimane fa mentre lasciava l'hotel in cui alloggiava nella città norvegese di Bodo
Il co-fondatore di Wikileaks, Arjen Kamphuis, è scomparso da due settimane in Norvegia.
L’uomo è stato visto l’ultima volta il 20 agosto 2018 mentre lasciava l’hotel Bodo, nel nord del paese, in cui soggiornava.
La notizia della sua scomparsa è stata riportata domenica scorsa dalla polizia locale, che, secondo quanto riportato dai media internazionali, ha aperto un’indagine per scoprire dove sia finito l’uomo.
Le forze dell’ordine non hanno ancora rilasciato informazioni sulla sorte dell’informatico, rifiutandosi di “speculare su quello che potrebbe essergli successo”.
Ajen Kamphuis aveva prenotato un volo in partenza da Trondheim, a 700 chilometri da Bodo, per il 22 agosto, ma non lo avrebbe mai preso, secondo quanto rivelato da fonti di Wikileaks.
Il sito ha denunciato la scomparsa dell’uomo su Twitter: “Il viaggio in treno tra le due destinazioni dura circa 10 ore”.
Sulla scomparsa improvvisa dell’esperto di sicurezza informatica si susseguono sul web diverse teorie, incoraggiate anche dai messaggi dell’account Twitter di Wikileaks.
Secondo alcuni utenti, Kamphuis sarebbe sparito per prendere parte a una “missione segreta”, mentre per altri la sua scomparsa sarebbe da imputare ai servizi segreti statunitensi.
Una delle possibili cause, secondo un terzo gruppo di utenti, sarebbe dovuta ad un più semplice incidente di montagna.
Di nazionalità olandese, Ajen Kamphuis, 47 anni, è anche co-autore di un saggio sul nuovo giornalismo investigativo dal titolo Information security for journalists.
Kamphuis ha anche aiutato Assange a fondare il sito Wikileaks.
Assange al momento si trova ancora nell’ambasciata dell’Ecuador con sede a Londra per evitare l’estradizione negli Stati Uniti dopo aver pubblicato nel 2010 una serie di documenti riservati appartenenti agli ambienti militari e diplomatici statunitensi.
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian alcuni mesi fa, il governo ecuadoregno sta pensando di espellere Julian Assange dalla sua ambasciata.
Nel suo primo anno in carica, il presidente dell’Ecuador, Lenín Moreno, ha definito l’attivista australiano un “hacker”, un “problema ereditario” e un “sasso nella scarpa”.