Clima, Cop26 a Glasgow. Biden: “Negli Usa taglio emissioni entro il 2030”. Draghi: “Non ci sono Paesi colpevoli e innocenti”
COP26, al via il vertice Onu in Scozia. Johnson: “Se salta Glasgow salta tutto”
Le promesse dei leader mondiali sulla lotta al cambiamento climatico “non devono restare bla bla bla“. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha iniziato così il suo discorso d’apertura della Conferenza Onu sul clima di Glasgow, citando Greta Thunberg e assicurando che “la rabbia degli attivisti di oggi non è nulla in confronto a quella inimmaginabile dei nostri discendenti se Glasgow passerà alla storia come il momento in cui potevamo invertire la rotta e non lo facemmo”. “L’impazienza del mondo diventerà ingestibile, se non facciamo le cose sul serio”, ha avvertito il premier britannico. Che spera, con il vertice sul clima, di rilanciare la sua immagine ammaccata dal ritorno dei contagi da Covid-19 nel Paese.
Un’impresa che si preannuncia ardua considerata anche la mancata partecipazione di Brasile, Russia, Turchia e di uno dei più grandi inquinatori della terra, la Cina, attualmente responsabile del 30% di emissioni globali, ma che ha intenzione di seguire la sua strada con il picco delle emissioni entro il 2030 e l’annullamento delle stesse solo 30 anni dopo. Troppo tardi per molti scienziati e ambientalisti.
“Nel lungo periodo dobbiamo essere consapevoli che le energie rinnovabili possono avere dei limiti. La Commissione europea ci dice che potrebbero non essere sufficienti per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati per il 2030 e il 2050. Quindi, dobbiamo iniziare a sviluppare alternative praticabili adesso, perché sarà possibile fruirne in pieno soltanto nel giro di alcuni anni. Nel frattempo, dobbiamo investire in tecnologie innovative per la cattura del carbonio”, ha detto il premier Mario Draghi alla tavola rotonda dal titolo Azione e solidarietà della Cop26.”
“Il cambiamento climatico ha anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali – ha aggiunto l’inquilino di Palazzo Chigi. Può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali. Può portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata. Il cambiamento climatico può dividerci”. “Ora, qui alla COP26 dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull’accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso”. In un punto stampa il nostro premier ha aggiunto: “Ci sono certamente dei comportamenti meno poco coerenti”, da parte di alcuni Paesi sul rispetto degli impegni sulla riduzione delle emissioni, “ma con la diplomazia dello scontro non si arriva a niente”. “Non credo si ottenga molto sul clima indicando i Paesi colpevoli e i Paesi innocenti, perché i colpevoli sono moltissimi e gli innocenti sono pochissimi“, ha chiosato.
“Faremo quello che è necessario o faremo soffrire le future generazioni? Questo è il decennio decisivo sul clima, e la finestra si sta chiudendo rapidamente. Glasgow dee dare il calcio di inizio al cambiamento”, ha detto Joe Biden. “Nella lotta ai cambiamenti climatici nessuno può farcela da solo, agire è nell’interesse di tutti”. “Dobbiamo investire nell’energia pulita, ed è quello che faremo negli Usa, ridurremo le emissioni entro il 2030″. Il presidente americano ha poi chiesto scusa ai leader mondiali per la decisione di far uscire gli Usa dall’accordo di Parigi sul clima presa dal predecessore Donald Trump. “Chiedo scusa – ha detto – per il fatto che gli Stati Uniti sono usciti dall’accordo di Parigi mettendoci in una situazione difficile”. Il premier indiano, Narendra Modi ha annunciato che l’India intende raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2070. Si tratta di uno di cinque impegni annunciati da Modi per il suo Paese.
Presenti alla due settimane di negoziati diplomatici oltre 200 Paesi, dal Nepal a Bermuda, fino al Madagascar, “dove secondo molti si sta verificando la prima carestia indotta dal cambiamento climatico della storia”, ha detto ieri Alok Sharma, ex ministro britannico e presidente della COP26, che ha aperto i lavori con la cerimonia di passaggio di consegne formale dalla presidenza cilena a quella britannica.
L’ultima conferenza Onu sul clima risale alla fine del 2019. Sono oltre 190 i leader mondiali attesi in Scozia per l’appuntamento, e oggi i capi di stato e di governo reduci dal G20 di Roma hanno partecipato al “World leader summit”, dove i colloqui iniziati in Italia sono entrati nel vivo per rafforzare l’impegno a limitare l’aumento delle temperature a 1.5 gradi.
“Al vertice dello scorso fine settimana a Roma, gli Stati membri del G20 hanno concordato che dobbiamo limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi e si sono impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo”, ha aggiunto il premier italiano citando il pre-accordo strappato nella capitale, in occasione del summit dei 20 del mondo. “Ora, qui alla COP26 dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull’accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso”. Il testo della bozza finale del G20 sul clima parla di emissioni zero “intorno a metà secolo“, senza indicare il 2050. Sul carbone, il testo finale prevede la fine dei finanziamenti statali delle centrali a partire dal 2021, impegno che il premier ha ricordato.
Intanto, sabato è arrivata in città anche la giovane attivista per l’ambiente, Greta Thunberg e secondo il Daily Mail le è stata riservata “un’accoglienza da rockstar”. Scesa dal suo vagone, è stata circondata dalla polizia e da altri attivisti e sostenitori con cartelloni e cori. Thunberg, che ieri aveva dichiarato di non essere stata invitata ufficialmente alla Cop26, dovrebbe partecipare a diverse manifestazioni, previste durante le due settimane del summit. “Finalmente a Glasgow per la Cop26! E grazie per il caldo benvenuto”, ha scritto l’attivista sui suoi profili social.
Ai lavori parteciperanno da osservatori rappresentanti del movimento fondato da Thunberg 2018, i “Fridays for Future”, secondo cui i leader mondiali hanno dimostrato, nel corso del summit di Roma, che la lotta ai cambiamenti climatici non è una priorità. Insomma, per loro si tratta ancora di “Bla bla bla”: i potenti del mondo hanno due settimane di tempo per dimostrare il contrario.