Cinque cose concrete da fare per aiutare il popolo di Aleppo
La situazione dei civili nella città siriana riconquistata dalle forze di Assad è degenerata nelle ultime 48 ore. Ecco cosa può fare ciascuno di noi per dare una mano
Ad Aleppo la situazione dei civili è precipitata negli ultimi giorni. Dopo che le forze governative siriane hanno riconquistato anche l’ultima porzione di territorio sotto il controllo dei ribelli nella zona orientale, martedì 13 dicembre è stata diffusa la notizia di un accordo tra le parti in conflitto, per consentire ai miliziani ribelli di lasciare la città.
Tuttavia le agenzie di stampa riportano che alcuni bombardamenti continuano a colpire Aleppo est.
L’evacuazione delle circa 50mila persone intrappolate nei quartieri orientali della città si trova in una situazione di stallo, secondo le Nazioni Unite. Il Comitato per i diritti umani dell’Onu ha riferito che secondo alcuni rapporti i civili sarebbero stati giustiziati a vista.
Le immagini della devastazione e gli appelli lanciati su Twitter dagli abitanti di Aleppo stanno facendo il giro del mondo. Come ha detto nel suo recente commento Nedzad Advic, sopravvissuto alla strage di Srebrenica nel 1995, solo i leader mondiali possono fermare il massacro dei civili.
Ci sono però alcuni gesti concreti che ciascuno di noi può compiere per aiutare la popolazione di Aleppo e della Siria. Eccone cinque (più una):
1. Partecipare a una manifestazione di protesta
A Londra nella serata di martedì 13 dicembre circa 300 manifestanti hanno protestato contro la violenza perpetrata ad Aleppo, recandosi fuori dalla residenza del premier britannico Theresa May a Downing Street e chiedendo una tregua nella città siriana.
Altre manifestazioni si sono svolte a Istanbul, in Turchia, fuori dall’ambasciata russa, ma anche a Malmo e Stoccolma, in Svezia e a Bruxelles, in Belgio.
Su Twitter è facile rimanere al corrente delle manifestazioni che si organizzano nelle varie città seguendo gli hashtag #Aleppo o #StandwithAleppo.
2. Firmare una petizione e fare pressione sulle forze politiche
Si può chiedere al proprio governo di fare qualcosa per fermare la violenza in Siria attraverso le petizioni che circolano online. Alcune di queste chiedono di imporre sanzioni o di provocare reazioni diplomatiche nei confronti della Siria e della Russia, che assediano i ribelli, definiti “terroristi”.
BREAKING: Thousands this moment in front of the Russian consulate in Istanbul rejecting ongoing massacre of Syrian civilians in #Aleppo pic.twitter.com/eFNOCyIXuh
— Rami Jarrah (@RamiJarrah) 13 dicembre 2016
3. Fare una donazione a un’organizzazione umanitaria
Tra le organizzazioni che si occupano di garantire aiuti umanitari a chi rischia di morire di fame in Siria ci sono Oxfam, Save The Children e Unhcr.
Una lista completa delle organizzazioni riconosciute può essere trovata qui.
https://t.co/q58m4PY9xH Children are being killed trying to leave Eastern Aleppo. Safe exit routes needed urgently. #Aleppo #Syria
— Save the Children (@SC_Humanitarian) 2 dicembre 2016
4. Fare una donazione ai Caschi bianchi siriani
I volontari dei White Helmets, collegati alla difesa civile siriana, aiutano a recuperare i feriti e i corpi dalle macerie degli edifici crollati a seguito dei bombardamenti ad Aleppo.
Qui puoi trovare i dettagli su chi sono e cosa fanno. Qui un articolo di Giovanna Loccatelli, che ha trascorso una giornata nel loro quartier generale di Istanbul.
5. Aiutare i rifugiati siriani
Le conseguenze della guerra tra i ribelli e il governo di Assad non si limitano al territorio siriano. Il massiccio flusso di profughi siriani che arriva in Europa attraverso il Mediterraneo o la rotta balcanica porta con sé le ferite di una guerra civile che va avanti da cinque anni.
Fare volontariato presso gli enti che aiutano i rifugiati può rendere il loro arrivo in Europa meno sofferto o problematico.
(6. Non alimentare la cattiva informazione sui social network, condividendo notizie false o non verificate da più fonti).