Una Cina senza campi di prigionia?
Negli ultimi anni sono stati sempre di meno i cinesi imprigionati nei campi di lavoro. Il governo vuole riformare profondamente il sistema
Cina senza campi prigionia
Wang Gongyi, un ex dipendente del ministero della Giustizia cinese, rivela che da circa due mesi la polizia ha cessato di inviare prigionieri nei campi di lavoro, eccetto una minoranza accusata di atti violenti contro le autorità.
Il numero di ‘internati‘ nei campi ammontava a 160 mila nel 2009, secondo le cifre del governo cinese. Il numero di detenuti è calato a circa 50 mila alla fine del 2012 e procedendo su questa media entro il 2013 il numero scenderà fino a 20 mila.
Il mese scorso, il Partito Comunista Cinese ha detto di voler riformare il sistema dei campi di lavoro. Il regime di ‘laojiao‘ (rieducazione attraverso il lavoro) permette alla polizia di detenere le persone fino a quattro anni senza processo.
Oggi è uno strumento dei servizi segreti per eliminare dalla scena politica attivisti ‘scomodi‘. Secondo le organizzazioni dei diritti umani, i prigionieri vengono spesso sottoposti ad abusi fisici da parte delle guardie, e sono costretti a lavori forzati nelle miniere e nelle fabbriche di mattoni.