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Home » Esteri

Amo una donna, ma per rispetto delle convenzioni sociali ho sposato un uomo (anche lui gay)

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La testimonianza di una giovane donna che descrive la pratica sempre più diffusa in Cina dei matrimoni di convenienza e di facciata tra un uomo e una donna omosessuali

Ou Xiaobai è una giovane donna di 32 anni. Vive a Pechino e da quattro anni è sposata con un ragazzo che lei stessa definisce “un bell’uomo”. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che Ou è lesbica e suo marito è gay, e che entrambi sono anche legati, rispettivamente, a una donna e a un uomo. 

Nel 2012, la coppia è ricorsa a una pratica sempre più diffusa in Cina, ossia il matrimonio di convenienza. In un paese dove la pressione genitoriale sui figli affinché convolino a nozze con un loro coetaneo o una loro coetanea è piuttosto alta, e in un contesto dove le convenzioni sociali e la tradizione la fanno da padrona, per molti giovani omosessuali è assai complesso dichiarare la loro inclinazione sessuale. Per questa ragione optano per una soluzione che permette loro sia di salvare le apparenze, sia di continuare a vivere la loro sessualità in relativa libertà. 

L’etica sociale cinese vuole che ci si sposi entro i 30 anni e che la nuova coppia metta subito al mondo un erede. Non è pertanto così strano vedere nei parchi pubblici frotte di genitori impegnati, soprattutto nei weekend, a scovare l’anima gemella per i propri figli in età da matrimonio. 

Addirittura, per trovare il futuro coniuge, i genitori arrivano a consultare schede appositamente preparate con informazioni dettagliate in cui si elencano le caratteristiche fisiche, personali e lavorative del primogenito, con tanto di foto, oltre che le immancabili indicazioni sul valore del patrimonio immobiliare. Un vero e proprio curriculum per aspiranti sposi. 

Da un lato le famiglie forzano i loro figli spingendoli a contrarre nozze di stampo tradizionale, dall’altro un numero sempre crescente di giovani omosessuali riceve una pressione tale che più dell’80 per cento di loro sceglie di sposarsi con compagni o compagne eterosessuali per evirare di perdere la faccia.

Nasce così il fenomeno del tongqi – un neologismo che deriva dall’unione di tong (omosessuale/compagno) e qi (moglie), per cui un uomo o una donna gay e lesbica decidono di contrarre un matrimonio con un individuo del sesso opposto: una donna lesbica sposa un uomo (non necessariamente gay) e viceversa. 

Ci sono poi casi in cui la donna lesbica decide di convolare a nozze con uomo gay ed entrambi continuano a portare avanti i loro legami sentimentali omosessuali, come nel caso di Ou e di suo marito. 

Prima di incontrare il suo futuro sposo, Ou aveva trascorso una vita sentimentale felice ed appagante accanto alla sua compagna. Ma la sua famiglia continuava a domandarle ossessivamente quando si sarebbe sposata con un uomo. 

“I miei genitori continuavano a chiedermi se stavo vedendo qualcuno. Ma la mia situazione è peggiorata dopo che mio padre è morto. Mia madre era sempre preoccupata per me e temeva che avrei trascorso tutta la mia vita senza sistemarmi con qualcuno. Inoltre, aveva deciso di venire a vivere con me un paio di mesi all’anno. Rendendomi conto che non potevo evitare questa situazione, mi sono rivolta ad alcuni amici per un aiuto e ho scoperto quanto fosse diffuso il matrimonio di convenienza”. 

Ou ha incontrato suo marito grazie a un amico comune. Anche lui è omosessuale e ha trascorso tanti anni insieme al suo ragazzo, celando ai familiari la sua inclinazione sessuale. Pure lui, inoltre, aveva deciso di optare per il matrimonio di convenienza.

“Entrambi sapevamo di aver fatto la scelta giusta. Al nostro matrimonio, la mia fidanzata è stata la mia damigella d’onore, la mia truccatrice e la mia consulente quando ho scelto l’abito da sposa”, ha raccontato la giovane alla Bbc

“Tutti e quattro avevamo optato per questa soluzione e abbiamo deciso perfino i dettagli delle nozze insieme. Ma mantenere le apparenze diventa difficile se altri membri della famiglia vivono nella stessa città. Può capitare una visita a sorpresa che potrebbe far crollare tutto”, ha raccontato ancora Ou. 

In che cosa consistono i matrimoni di convenienza

La pratica del matrimonio di convenienza non è basata sull’amore e i termini dell’unione, specie quelli economici e immobiliari, sono precedentemente concordati. Inoltre, i coniugi non sono costretti a vivere insieme e ciò accade specialmente se i rispettivi genitori abitano in città lontane o in campagna.

Nascosti agli occhi della famiglia e da quelli della società, coloro che decidono di ricorrere a questa forma di matrimonio di cooperazione (o di facciata) proseguono la loro vita sentimentale con i partner dello stesso sesso. Trascorsi un paio di anni, si può ricorrere al divorzio ed eventualmente fare coming out. 

Non sempre i cosiddetti matrimoni di convenienza rappresentano però una situazione di stabilità, anzi a volte sono l’inizio di un incubo soprattutto se la famiglia o i parenti vivono nella stessa città. Si corre maggiormente il rischio di essere scoperti. 

Per evitare simili situazioni, spesso, si vive in un appartamento con servizi condivisi. Gestire questo rapporto diventa ancora più problematico quando i parenti fanno pressioni perché la coppia metta al mondo un figlio. Nel caso di donne omosessuali sposate con un uomo il problema è più attenuato, poiché può ricorrere a pratiche di fecondazione in vitro.

“Dopo aver visto la mia famiglia felice al matrimonio, sapevo di aver fatto la scelta giusta. Solo in questo modo potevamo essere in grado di soddisfare le esigenze di tutti. La mia famiglia era felice di sapere che qualcuno si sarebbe preso cura di me, quando loro sarebbero morti. Mentre mio marito ora può condurre una vita più tranquilla senza che i suoi colleghi ogni volta lo incoraggino a fissare appuntamenti con le donne”.

Ou, con il supporto del marito e della fidanzata, ha dato vita a un servizio sui social media chiamato iHomo per tutti coloro che vivono la medesima condizione. Nel corso di un anno ha organizzato più di 80 eventi e ha contribuito a più di 100 matrimoni di convenienza, e ora sta lavorando su un’app. 

“Spero che la società cinese finirà per diventare più tollerante verso la comunità Lgbt e sarà più facile per mia madre accettare la mia sessualità in futuro. Voglio che la mia famiglia mi accetti come sono realmente”, ha confessato Ou. 

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