Cina, maxi manovre militari nel Pacifico: si teme un’altra guerra dopo l’Ucraina
Gli occhi del mondo sono tutti puntati sull’Ucraina e sulle relazioni diplomatiche con la Russia, nel frattempo però, nelle acque del Pacifico occidentale Pechino ha avviato un ciclo di maxi manovre militari basate su un “realistico addestramento al combattimento” per la prima volta dall’inizio del 2022: lo ha reso noto con un post sui social media in mandarino il portavoce della Marina militare, Gao Xiucheng, secondo cui sono impegnati una formazione di unità navali d’attacco con la prima portaerei del Paese, Liaoning. L’addestramento coinvolge altre sette navi, ha riportato il tabloid Global Times, tra cui cinque cacciatorpedinieri – incluso un Type 055, il più potente nella flotta – che sono entrate nel Pacifico occidentale dallo stretto di Miyako, che divide l’isola omonima da Okinawa.
Il Pacifico occidentale è diventato terreno di attrito tra la Cina, da una parte, e Usa e Australia, non solo per la questione di Taiwan, di cui Pechino rivendica la sovranità e minaccia la riunificazione anche con la forza, se necessario. L’area, è il sospetto di Usa e alleati, è nelle mire espansionistiche di Pechino nella regione. Le esercitazioni, infine, cadono a stretto giro dal contestato accordo sulla sicurezza firmato dalla Cina con le Isole Salomone che ha irritato Washington e Canberra, soprattutto per la mancanza di trasparenza e per la possibilità che Pechino possa avere nel piccolo Stato una presenza militare permanente, se non addirittura una base navale. Un’ipotesi, questa, che Pechino ha definito come frutto di “fake news”.