La Cina pubblica una lista di tutti i sedicenti Buddha viventi
L'iniziativa è volta a smascherare i falsi Buddha che approfittano del proprio status religioso per sottrarre denaro ai fedeli
La Cina ha pubblicato la sua prima lista di “autentici Buddha viventi” nel tentativo di combattere la proliferazione di falsi Buddha che approfittano del loro sedicente status per ingannare e sottrarre denaro ai fedeli del buddismo tibetano.
Lo ha annunciato l’autorità per gli affari religiosi cinese, che ha pubblicato sul proprio sito web i nomi, le foto e gli indirizzi di 870 persone sottoposte a verifica circa l’autentica reincarnazione.
L’agenzia di stampa di stato Xinhua ha riferito i commenti positivi di uno delle reincarnazioni presenti sulla lista ufficiale, Drukhang Thubten Khedrup: “Come Buddha vivente, sono sinceramente felice di questa iniziativa”.
I critici, tuttavia, ritengono che la mossa di Pechino sia motivata dal desiderio di affermare ancora più a fondo il controllo sugli affari del Tibet.
Secondo quanto ha riferito Nicholas Bequelin, direttore per l’Asia orientale di Amnesty International, in un’intervista al Time, la Cina avrebbe pubblicato la lista per prepararsi alla successione dell’attuale Dalai Lama.
Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama, risiede in India dal 1959, anno in cui il Tibet tentò senza successo di liberarsi dal giogo cinese.
Nel 1995, Tenzin Gyatso e Pechino avevano conferito la nomina di Panchen Lama (la seconda carica del buddismo tibetano, dopo il Dalai Lama) a due diversi bambini. Il Panchen Lama di nomina cinese, oggi venticinquenne, ha festeggiato nel mese di dicembre il ventesimo anniversario della sua nomina, presentandosi come l’unico detentore ufficiale del titolo.