La Cina non accetterà le decisioni del tribunale Onu sulle isole contese
Il governo cinese ha stabilito che le sentenze del tribunale internazionale del diritto del mare sono illegali, criticando l’atteggiamento assertivo degli Usa
La Cina ha dichiarato che non accetterà le sentenze del tribunale internazionale del diritto del mare dell’Onu sulle isole contese da Pechino e altri paesi dell’Asia sudorientale nel Mar Cinese Meridionale. In particolare, la Cina si aspetta che il tribunale dia ragione alle Filippine nella disputa sugli Scarborough Shoal, degli scogli contesi fra i due paesi asiatici a circa 200 chilometri dall’isola filippina di Luzon.
Il governo cinese reclama l’80 per cento delle acque del Mar Cinese Meridionale e, in questi ultimi anni, ha costruito varie isole artificiali con porti e piste aeree, rivendicando la piena sovranità delle cosiddette “acque storiche”. L’area è ritenuta di fondamentale importanza strategica ed economica da tutte la parti in causa. Ben 5 bilioni di dollari in commercio passano per le sue rotte marittime.
Gli Stati Uniti hanno reagito incrementando la propria presenza militare nel Pacifico e hanno più volte intimato alla Cina di recedere dai propositi espansionistici. Tuttavia, alcuni membri del congresso americano criticano il presidente Barack Obama per non aver intrapreso un atteggiamento più duro. Al momento, le navi da guerra americane devono ricevere l’approvazione della Casa bianca per passare vicino alle isole e non possono condurre operazioni militari nel limite delle 12 miglia marine di acque territoriali.
Pechino sostiene di doversi difendere dalle ambizioni egemoniche di Washington e, la scorsa settimana, ha stabilito che dispiegherà dei sottomarini con testate nucleari nell’Oceano Pacifico “per rispondere all’accerchiamento americano”.
Liu Zehnmin, viceministro degli Esteri cinese e capo negoziatore sulla questione degli Scarbourough Shoal, ha dichiarato: “siamo fermi nel ritenere illegali le decisioni del tribunale e la Cina non accetterà le sue sentenze”. Ha poi aggiunto che “se saranno ripetuti gli scenari delle guerre di Corea e del Vietnam, dovremo difenderci. Tuttavia, non vogliamo un conflitto con gli Stati Uniti”.
Anche altre figure diplomatiche cinesi sono preoccupate dall’escalation di tensioni. Secondo Fu Ying, ex ambasciatrice a Londra, “il Mar Cinese Meridionale è come un tavolo da biliardo dove colpire una palla significa colpirne molte altre. E gli Usa sono una grande palla da biliardo”.
Intanto, il governo cinese ha reso noto di voler trasformare le isole contese in una destinazione turistica simile alle isole Maldive. Tuttavia, non è ancora chiaro se i nuovi resort saranno aperti anche a turisti stranieri. L’anno scorso, vi sono stati 65 viaggi e circa 16mila turisti cinesi.