I medici complici delle torture della Cia
La Cia è accusata di aver violato un regolamento interno che vieta le sperimentazioni sugli esseri umani, torturando i suoi prigionieri in presenza di personale medico
La Cia, l’agenzia di spionaggio per l’estero degli Stati Uniti, avrebbe violato un suo regolamento interno che vieta le sperimentazioni sugli esseri umani, torturando i suoi prigionieri in presenza di personale medico.
Il quotidiano britannico The Guardian è entrato in possesso di documenti della Cia, classificati e tenuti segreti fino a ora, in cui si legge che sin dal 1987 l’agenzia vietava la ricerca su esseri umani senza il loro previo consenso.
Nei documenti si specifica anche che il direttore della Cia ha il potere di “approvare, modificare o respingere tutte le proposte riguardanti la ricerca su soggetti umani”, nonostante nessun direttore dell’agenzia di spionaggio abbia mai avuto competenze mediche.
La Cia avrebbe quindi potuto influenzare o ignorare le limitazioni imposte dal governo americano sul trattamento sicuro ed etico degli esseri umani.
Le rivelazioni gettano ulteriori ombre sulla Cia, già accusata di aver torturato i suoi prigionieri e di aver fornito false informazioni al ministero della Difesa, al Senato statunitense e alla Casa Bianca, per insabbiare le indagini in corso sul suo operato.
Secondo un rapporto del Senato americano, reso pubblico il 9 dicembre del 2014, la Cia avrebbe utilizzato tecniche disumane nel corso degli interrogatori, tra cui torture psicologiche, alimentazione e idratazione forzata per via rettale, privazione forzata del sonno e waterbording, procedura che consiste nell’immobilizzare il prigioniero a testa in giù e rovesciargli acqua addosso, dopo aver coperto naso e bocca, per simulare la sensazione di un annegamento.
L’ex direttore della Cia George Tenet approvò l’utilizzo di queste tecniche per gli interrogatori in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001. Tenet ordinò in maniera esplicita che il personale medico fosse sempre presente agli interrogatori per assicurarsi che il detenuto restasse in vita, e per documentare gli effetti delle torture, definite come tecniche di interrogatorio avanzate (“enhanced interrogation techniques”).
“Il personale medico e gli psicologi devono sospendere gli interrogatori nel caso si rischi di provocare un danno fisico o mentale prolungato o significativo al detenuto”, aveva specificato Tenet.
Secondo un esperto di intelligence consultato dal The Guardian, la Cia avrebbe modificato la sezione del regolamento sulla sperimentazione umana per evitare che fosse in contrasto con le tecniche impiegate nel corso degli interrogatori.
“Il primo crimine fu la tortura. Il secondo crimine fu definirla ricerca senza previo consenso dei detenuti, in modo da non doverla chiamare tortura”, ha detto Nathaniel Raymond, ricercatore dell’università di Harvard che in passato si occupava di crimini di guerra presso l’organizzazione Physicians for Human Rights.
Il documento che contiene le linee guida della Cia è stato aggiornato negli anni ed è tuttora in vigore. Il regolamento venne redatto in seguito allo scandalo del MK-Ultra Project, un progetto di sperimentazione umana in cui cittadini statunitensi – a loro insaputa – assunsero droghe di vario tipo, tra cui Lsd, e furono sottoposti a diversi test.
La Cia non ha ufficialmente riconosciuto di aver torturato prigionieri e afferma che la presenza di personale medico abbia garantito il rispetto del suo regolamento interno.
Diversi esperti di diritti umani, tuttavia, sostengono che i medici stessi siano stati complici di crimini di guerra e abbiano infranto il giuramento di Ippocrate, secondo cui i medici non dovrebbero infliggere dolori non necessari ai propri pazienti.