Chico Forti, chi è il produttore condannato all’ergastolo negli Usa per omicidio
Forti è stato arrestato negli Stati Uniti e condannato all’ergastolo nel 2000 da un tribunale della Florida con l’accusa di omicidio premeditato, ma si è sempre professato innocente
Chico Forti chi è: biografia e storia del processo e della condanna negli Usa
CHICO FORTI CHI È – Enrico “Chico” Forti tornerà in Italia. Ad annunciarlo oggi, mercoledì 23 dicembre 2020, è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con un post su Facebook. Forti è stato arrestato negli Stati Uniti e condannato all’ergastolo nel 2000 da un tribunale della Florida con l’accusa di omicidio premeditato, ma si è sempre professato innocente. Le prove a suo carico, a detta di diversi esperti, sia italiani sia statunitensi, sono alquanto dubbie. Ma chi è Chico Forti? Qual è la sua storia? Perché da 20 anni sta scontando una condanna all’ergastolo per omicidio negli Usa? Ripercorriamo la sua biografia e la sua carriera, fino alla condanna negli Stati Uniti e agli anni di carcere.
Chico Forti chi è: biografia e carriera
Enrico Forti, detto “Chico”, è un ex windsurfer e produttore televisivo italiano che negli anni Novanta ha avuto molto successo negli Stati Uniti. Nato a Trento nel 1959, intraprende una carriera da windsurfer sin da giovane, aggiudicandosi diverse competizioni internazionali, fino a quando un incidente automobilistico interrompe la sua carriera agonistica nel 1987.
Dopo un periodo di convalescenza, inizia la sua attività di produttore di filmati di sport estremi e di collaboratore nell’ideazione e nello sviluppo di materiali per gli sport praticati. Nel 1990 ha creato la casa di produzione Hang Loose che trasmette su Super Channel: catena paneuropea via satellite che raggiunge 110 milioni di spettatori e, successivamente, anche su ESPN: emittente televisiva di pari portata. Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti, Chico sposa la californiana Heather Crane con la quale ha tre figli, Savannah Sky (1994), Jenna Bleu (1996) e Francesco Luce (1998).
L’arresto e il processo
Nel 1998 Chico Forti viene arrestato negli Usa per l’omicidio di Dale Pike, figlio di Antony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel a Ibiza. Dale viene assassinato e trovato cadavere su una spiaggia di Miami il 15 febbraio 1998 e Chico viene incriminato per omicidio. Il movente del delitto sarebbe da ricercarsi in un tentativo di truffa.
Dal 2000, anno in cui la giuria lo ha ritenuto colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio” e condannato all’ergastolo, Chico si è sempre dichiarato innocente e sono tanti i dubbi che negli ultimi vent’anni hanno accompagnato la vicenda giudiziaria del cittadino italiano. Ma gli appelli per la liberazione dell’ex windsurfer e per la revisione del processo sono fino a oggi caduti nel vuoto.
A far riaccendere i riflettori sulla vicenda, nel 2019, è stata la trasmissione di Mediaset Le Iene, che hanno ripercorso la sua storia con una serie di servizi televisivi. Secondo la ricostruzione del programma, sono tantissimi i dubbi in merito a tutta la vicenda. Dubbi e incongruenze che fanno pensare a un caso di malagiustizia piuttosto evidente, che ha costretto Chico Forti a scontare, ad oggi, vent’anni dietro le sbarre.
Dopo anni di silenzio, perfino i familiari della vittima sono usciti allo scoperto dichiarando apertamente le loro perplessità circa la colpevolezza di Forti. Tony Pike (il padre della vittima), prima della sua morte, disse di cominciare a credere all’estraneità di Chico Forti e che a mentire fosse stato Thomas Knott (cittadino tedesco poi condannato per una truffa ai danni di Tony Pike). Dubbi condivisi anche dall’altro figlio, Bradley: “Le mie sensazioni dicono che Enrico Forti è stato manipolato ed è stato il capro espiatorio”, ha detto a Le Iene (qui la ricostruzione completa del caso).
L’impegno della Farnesina
Forti, come ha ricordato la Farnesina nelle scorse settimane, ha potuto contare nel corso di questi anni su un’assistenza continua da parte delle autorità consolari italiane. Nel 2016, si è riusciti ad ottenere il suo trasferimento in un penitenziario più facilmente raggiungibile dal personale del consolato generale, nei pressi di Miami. I contatti dell’ambasciata e del consolato con Forti e i suoi legali sono stati costanti, con periodiche visite in carcere per verificare le sue condizioni di salute e detentive.
Sul piano giudiziario, si legge sempre nella nota Farnesina, dopo che la sentenza di condanna è divenuta definitiva nel 2010 a seguito del rigetto di tutti i ricorsi in appello, l’obiettivo è stato sempre ottenere dalle autorità americane una revisione del processo o, in alternativa, la possibilità per Forti di poter scontare la sua pena in Italia, nel suo Paese, vicino ai suoi affetti.
Un risultato annunciato oggi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Il governatore della Florida ha accolto l’istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia”.
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