Chi ha vinto gli Oscar 2016
Si è svolta al Dolby Theatre di Los Angeles l'88esima edizione degli Academy Awards, che dopo molte delusioni ha visto trionfare Leonardo DiCaprio e il maestro Morricone
Si è tenuta nella notte tra il 28 e il 29 febbraio presso il
Dolby Theatre di Los Angeles l’88esima edizione degli Academy Awards.
L’evento principale della serata è stata la vittoria, dopo
quattro nomination andate a vuoto (di cui una come non protagonista), dell’Oscar
come miglior attore da parte di Leonardo DiCaprio, ripagato dall’Academy per il
tour de force di The Revenant – Redivivo, del regista messicano Alejandro Gonzalez Iñarritu.
– QUI LA LISTA COMPLETA DEI VINCITORI PREMIO PER PREMIO
DiCaprio è apparso raggiante per l’agognata vittoria, e ha approfittato dell’occasione
tanto attesa (salutata con una standing ovation da parte del pubblico) per ringraziare
il regista ma anche il suo maestro Martin Scorsese e chi lo aveva scelto per il
casting del suo primo film.
DiCaprio ha anche ricordato, come ai Golden Globe, l’importanza
della lotta al cambiamento climatico e alle multinazionali indifferenti alle
conseguenze per la natura, e ha invitato a “non dare per scontato questo
pianeta, così come io non davo per scontato questo Oscar”. Qui il video del suo discorso di ringraziamento.
L’altro momento indimenticabile della serata, soprattutto
per l’Italia, è stata la vittoria, anche in questo caso attesa da moltissimi
anni, di Ennio Morricone per la colonna sonora di The Hateful Eight, l’ultimo film di Quentin Tarantino. Era dal
1979, quando fu nominato per I giorni del
cielo di Terrence Malick, che il maestro italiano veniva regolarmente
escluso dalla vittoria, nonostante le sei nomination complessive e un Oscar
alla carriera nel 2007.
Il maestro ha ricevuto probabilmente la standing
ovation più calorosa della serata, e commosso ha dedicato la vittoria a sua
moglie Maria, che lo ha accompagnato nel viaggio da Roma a Los Angeles.
Il 2016 ha visto la conduzione brillante e in alcuni casi
provocatoria del comico Chris Rock, che non ha risparmiato battute molto pungenti riguardo alla polemica sull’assenza di candidati neri tra gli attori, allargando i suoi commenti alla condizione attuale dei neri americani in generale.
Rock, che è afroamericano, si era trovato nella singolare condizione di fare da
presentatore della cerimonia nonostante diversi attori e registi di colore
avessero proposto di boicottare l’evento.
Nonostante questo, però, il comico ha saputo sfruttare la
situazione per ricordare attraverso l’ironia l’attuale composizione dell’Academy,
che vede al suo interno una percentuale esigua di membri facenti parte di
minoranze. Il suo monologo ha dato il via alla serata all’insegna della
comicità e dell’ironia nei confronti delle star presenti, tutte piuttosto
bendisposte a farsi prendere bonariamente in giro dal conduttore.
Poi, il via alle premiazioni vere e proprie, iniziando con gli
Oscar per la migliore sceneggiatura originale e non originale. Per il primo, i
principali contendenti erano Il ponte
delle spie, dei fratelli Coen per la regia di Spielberg, e Il caso Spotlight, storia di un
gruppo di giornalisti determinati a denunciare gli abusi sui minori da parte di
alcuni membri della chiesa cattolica. È stato proprio quest’ultimo ad
aggiudicarsi la statuetta, seguìto nella categoria della sceneggiatura non
originale da La grande scommessa,
anch’esso un film corale, dedicato però alla crisi finanziaria del 2008.
Il premio per la miglior attrice non protagonista non è
andato come molti prevedevano alla beniamina della critica Kate Winslet, ma a
Alicia Vikander per The Danish Girl,
nel quale recitava al fianco del vincitore dell’Oscar come miglior attore 2015,
Eddie Redmayne.
Per l’attore non protagonista si attendeva sul palco del
Dolby Theatre uno dei divi più noti di sempre, Sylvester Stallone, ma la statuetta
è invece andata a Mark Rylance per Il
ponte delle spie, l’ultimo film di spionaggio diretto da Steven Spielberg.
La ventiseienne Brie Larson è stata una delle grandi
sorprese della serata, vincendo come attrice protagonista per Room alle spese di star affermate come
Cate Blanchett e Jennifer Lawrence.
Dopo alcuni premi tecnici, nei quali Mad Max: Fury Road è stato il film più vincente, e dopo la vittoria di Amy, dedicato a Amy Winehouse, come miglior documentario e di Son of Saul come miglior film
straniero (dall’Ungheria), verso la fine della cerimonia sono stati annunciati i
due premi più importanti: quello per la miglior regia e quello per il miglior
film.
Il primo è andato, come prevedibile, a Alejando Gonzalez Iñarritu,
regista messicano di The Revenant già
premiato con l’Oscar nel 2015 per Birdman, ormai consacrato come uno dei registi
più amati dall’Academy, avendo vinto il premio per la
regia per due anni consecutivi.
The Revenant non
ha in ogni caso fatto incetta di statuette, visto che l’altra grande categoria
per la quale era candidato, quella del miglior film, lo ha visto sconfitto a
favore de Il caso Spotlight, film
corale e di impegno civile alla maniera della Hollywood anni Settanta, che ha
convinto i membri dell’Academy grazie a un cast straordinario e a una storia
coraggiosa in grado di ridare fiducia nella forza del cinema come strumento di
denuncia.
Qui la lista completa di tutti i vincitori della serata.