Migranti, Cedu condanna Francia e Grecia per il trattamento degradante di alcuni minori
La Corte europea dei diritti umani ha condannato la Francia a pagare 15mila euro di risarcimento a un minore afghano che per alcuni mesi visse nell’accampamento di Calais.
Atene è stata invece condannata a risarcire 4mila euro a 9 minori, di cui 6 siriani, che erano stati trattenuti per alcune settimane nelle celle di sicurezza, dopo il loro ingresso nel paese. Gli episodi di trattamento “degradante” si sono verificati nel 2016.
Per quanto riguarda la Francia, il paese è stato condannato per aver lasciato un minore afghano di 11 anni a vivere per 6 mesi nella “giungla” di Calais, senza provvedere alla sua tutela.
La Corte di Strasburgo afferma di “non essere convinta che le autorità francesi abbiano fatto tutto ciò che si poteva ragionevolmente attendere da parte loro per la presa in carico e protezione del minore straniero non accompagnato in situazione irregolare, quindi di un individuo facente parte della categoria di persone più vulnerabili”.
Calais, secondo la Cedu, era un luogo “totalmente inadatto a un minore e in uno stato di precarietà inaccettabile vista la sua giovane età”.
Lo Stato ha violato i suoi obblighi, e ha violato l’articolo 3 della convenzione, per aver sottoposto il minore ad un trattamento degradante.
La Grecia, allo stesso modo, è stata condannata per aver detenuto 9 minori non accompagnati in stazioni di polizia di frontiera. I giovani migranti provenivano da Siria, Iraq e Marocco, e all’epoca dei fatti avevano 14 e 17 anni.
I minori hanno trascorso 21 e 33 giorni nelle stazioni di frontiera, prima di essere trasferiti in un centro di accoglienza.
Secondo la Cedu, è inaccettabile che dei minori siano tenuti per giorni nelle stazioni di polizia, senza assistenza sociale e psicologica.