Cecilia Sala costretta a dormire per terra in cella, Teheran: “Fornite tutte le agevolazioni necessarie, false le accuse ad Abedini”. L’Italia chiede la “liberazione immediata” della giornalista
Nel carcere iraniano di Evin, Cecilia Sala è costretta a dormire per terra e con la luce costantemente accesa. Lo ha raccontato lei stessa durante le telefonate che le è stato concesso di fare ai genitori e al compagno ieri, mercoledì primo gennaio 2025 [Chi è Cecilia Sala].
La giornalista italiana 29enne – accusata di aver violato la legge islamica – è reclusa dallo scorso 19 dicembre in regime di isolamento. IlPost, giornale per cui scrive il compagno di Sala, Daniele Rainieri, riferisce che l’inviata di Chora Media e Il Foglio è equipaggiata nella sua cella solo di due coperte: una per coprirsi e una, stesa sul pavimento, che funge da materasso.
Le autorità iraniane le hanno confiscato gli occhiali da vista e il pacco che le era stato inviato dal Governo italiano – contenente articoli per l’igiene, quattro libri, sigarette, un panettone e una mascherina per coprire gli occhi – non le è mai stato consegnato.
Ieri l’ambasciatrice dell’Italia a Teheran, Paola Amadei, ha consegnato al Governo dell’Iran una nota verbale della Farnesina in cui si chiede la “liberazione immediata” di Sala e che, nel frattempo, alla detenuta vengano assicurate le migliori condizioni.
La stessa richiesta è stata ribadita oggi dal segretario generale del ministero degli Esteri Riccardo Guariglia, che – su mandato del vicepremier e ministro Antonio Tajani – ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore iraniano in Italia Mohammad Reza Sabouri.
L’Ambasciata dell’Iran ha successivamente scritto un messaggio su X in cui assicura che a Cecilia Sala “sono state fornite tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari”.
Teheran ha definito “amichevole” il colloquio alla Farnesina, durante il quale si è parlato anche della vicenda di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere svizzero-iraniano esperto di droni arrestato a Malpensa il 19 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti con l’accusa di passare informazioni strategiche all’Iran. Per l’Ambasciata iraniana, Abedini è detenuto “con false accuse”: “Ci si aspetta dal governo italiano, che reciprocamente oltre ad accelerare la liberazione del cittadino iraniano detenuto vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno”, scrivono i rappresentati diplomatici di Teheran.
Il forte sospetto è che dietro il fermo di Cecilia Sala ci sia la volontà da parte del regime iraniano di intavolare una trattativa con l’Italia per arrivare alla scarcerazione di Abedini, attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera. Oggi, tuttavia, la Procura generale di Milano ha dato parere negativo alla richiesta degli arresti domiciliari presentata dal suo legale, Alfredo De Francesco. Ora la parola passa ai giudici della Corte di Appello.