Caso Khashoggi, il presidente turco Erdogan: “Omicidio brutale e premeditato”
Secondo il presidente il dissidente saudita è stato ucciso nel consolato e il suo cadavere è stato consegnato all'Arabia Saudita da un collaboratore presente a Istanbul
Il presidente turco Erdogan, in un discorso tenuto di fronte ai rappresentanti del suo partito, ha condiviso le informazioni in suo possesso sull’omicidio del giornalista e dissidente saudita, Jamal Khashoggi.
Secondo Erdogan, si è trattato di un omicidio premeditato e organizzato giorni prima.
“Tutte le prove raccolte fino ad ora vanno nella direzione di quello che è stato un omicidio eseguito in maniera selvaggia”, ha affermato Erdogan.
“Dopo 17 giorni dalla sparizione del giornalista è giunta l’ammissione della morte da parte di Riad. Subito dopo sono state arrestate in Arabia Saudita 18 persone, 15 delle quali erano quelle giunte in Turchia e da noi individuate”, ha aggiunto il presidente turco nel suo discorso.
“Le convenzioni internazionali non possono essere utilizzate per nascondere un omicidio tanto barbaro”.
Il presidente ha anche chiesto all’Arabia Saudita di rivelare dove si trova il corpo del giornalista. Secondo le prime versioni, il cadavere sarebbe stato fatto a pezzi e sciolto nell’acido, ma in un secondo momento gli investigatori turchi hanno allargato le ricerche al bosco fuori Istanbul e alla città costiera di Yalova.
Secondo alcune fonti investigative saudite citate dal presidente Erdogan, però, sembra che il cadavere sia stato consegnato dal commando incaricato dell’omicidio da un collaboratore locale dell’Arabia Saudita a Istanbul.
“Vogliamo sapere chi è questo collaboratore locale”, ha aggiunto il presidente Erdogan.
“Non abbiamo alcuna intenzione di rimanere in silenzio dinanzi a un fatto di questa gravità. È un nostro diritto indagare e aprire un’indagine per capire cosa è accaduto”.
Secondo le ultime indiscrezioni, l’uomo sarebbe stato smembrato in diretta skype su indicazione di Saud al-Qahtani, lo stesso alto funzionario che ha permesso di consolidare il potere del principe ereditario Mohammed bin Salman.
Per cercare di depistare le indagini, inoltre, un uomo del gruppo inviato a Istanbul avrebbe indossando gli abiti di Khashoggi, una barba finta e gli occhiali per poi uscire dal consolato.
Chi è Jamal Khashoggi
Ex consigliere del governo saudita, Khashoggi aveva deciso di autoesiliarsi negli Stati Uniti nel 2017 per timore di un possibile arresto, dopo aver criticato alcune decisioni del principe ereditario saudita, nonché ministro della Difesa, Mohammed bin Salman.
Il giornalista aveva anche espresso diverse critiche sull’intervento militare di Riad in Yemen.
Khasoggi aveva più volte denunciato intimidazioni, arresti e attacchi subiti da giornalisti, intellettuali e leader religiosi non allineati con la casa reale saudita.
Ex redattore del quotidiano Al-Watan e di un canale di notizie tv saudita, Khashoggi ha anche partecipato ai programmi della Bbc sull’Arabia Saudita e sul Medio Oriente.
Il giornalista è anche noto per la sua relazione con il giovane Osama Bin Laden, con il quale ha viaggiato molto in Afghanistan negli anni Ottanta durante l’occupazione sovietica.