Il caso Bibbiano “arriva” a Taiwan
Un'inchiesta di Wired racconta la singolare diffusione in Asia di una vicenda tutta italiana
Della vicenda Bibbiano, lo scandalo sugli affidamenti illeciti di bambini scoppiato in provincia di Reggio Emilia la scorsa estate, si parla addirittura a Taiwan. È quanto spiega una dettagliata inchiesta di Wired (firmata da Simone Fontana) che analizza anche le cause e le dinamiche che hanno portato alla singolare diffusione della notizia lontano dai confini nazionali.
Il caso Bibbiano a Taiwan
Il caso Bibbiano è circolato a Taiwan a partire da un articolo pubblicato da una content farm taiwanese molto attiva nella produzione di contenuti online e nota soprattutto come emittente tv. Il pezzo, che contiene anche informazioni inesatte, parla di “scandalo sessuale infantile” scoperto da un partito italiano ed anche di “sedute di psicoterapia e utilizzo di elettroshock”, una circostanza quest’ultima poi smentita dalle indagini.
L’autore dell’articolo diffuso a Taiwan ha citato più volte come fonte l’Ansa, ma molti dettagli riportati non sono affatto presenti nei notiziari dell’agenzia di stampa. Sono poi presenti link a pagine Facebook italiane. Il testo ha ottenuto quasi 5mila interazioni sui social, che lo hanno esposto a una platea potenziale di milioni di lettori. Su Sohu, il principale motore di ricerca cinese, sono inoltre spuntate anche diverse versioni dello stesso articolo, ma precedenti.
Perché?
Ma qual è il motivo di questa diffusione? Wired spiega che Taiwan è diventata da tempo scenario di una guerra di disinformazione, con la propaganda di stato cinese impegnata nel tentativo di destabilizzare la giovane democrazia costituzionale taiwanese. La Cina prova a interferire manipolando l’opinione pubblica e polarizzando la società anche servendosi di fake news. Un ex operativo dell’intelligence cinese ha parlato di un piano da 200 milioni di dollari per favorire i candidati filo-Pechino attraverso la creazione di decine di siti web di disinformazione.
Nel mirino dei creatori di contenuti al servizio della Cina, i cosiddetti keyboard warriors, prosegue Wired, c’è soprattutto il Dpp, il Partito progressista democratico, formazione di maggioranza a vocazione liberale, indipendentista e anti-cinese.
E a gennaio Taiwan tornerà alle urne per rieleggere il Parlamento e un presidente. Il tema più caldo della campagna elettorale è quello dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, che il Dpp h legalizzato durante l’ultima legislatura. Taiwan è diventato con le nozze gay il paese di riferimento in Asia per i diritti degli omosessuali. Le notizie su Bibbiano, in Italia utilizzate per attaccare le famiglie arcobaleno associandole alle irregolarità negli affidamenti, potrebbero avere una funzione ‘disinformatrice’ e di polarizzazione dell’opinione pubblica su un tema sensibile anche lontano dalla penisola.