Carrie Fisher potrebbe essere ricreata digitalmente per l’Episodio IX di Star Wars
Secondo indiscrezioni, la Disney è già in trattative con gli eredi dell'attrice per poter utilizzare gli effetti speciali al fine di "riportarla in vita" sullo schermo
Carrie Fisher, indimenticata principessa Leila della saga di Guerre stellari, è scomparsa il 27 dicembre a Los Angeles all’età di 60 anni, dopo essere stata colpita da un infarto mentre viaggiava a bordo di un aereo venerdì 23 dicembre.
Nonostante avesse preso parte a diversi altri film nella sua carriera e avesse scritto diversi libri di memorie, per il grande pubblico l’attrice è stata da quarant’anni a questa parte riconducibile principalmente al suo ruolo nella celebre saga di fantascienza creata da George Lucas. In quel ruolo, Fisher fu impegnata in tre film dal 1977 al 1983 (Guerre stellari, L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi), e poi lo scorso anno nel sequel a trent’anni di distanza Star Wars: Il risveglio della forza.
Proprio in quel film, in cui si narravano eventi che nell’immaginario della saga si svolgono trent’anni dopo le ultime avventure de Il ritorno dello Jedi, il ruolo di Leila aveva una parte decisiva nello sviluppo della storia, e secondo indiscrezioni sarebbe stato così anche per i prossimi due film della saga, previsti in uscita a dicembre 2017 e 2018.
Con la morte di Carrie Fisher, però, la Disney (produttrice dei film) si trova di fronte a un grande dilemma. Se in passato infatti un evento del genere avrebbe probabilmente mandato all’aria qualsiasi piano, le tecnologie odierne sono arrivate a permettere di ricreare digitalmente una versione pressoché identica all’originale di un attore defunto.
Secondo il programma televisivo Newsnight della BBC, “con quella che potrebbe essere considerata una fretta sconveniente, la Disney sta già negoziando con gli eredi di Carrie Fisher riguardo al suo ritorno nella saga”.
Per quanto riguarda il film (ancora senza titolo) che rappresenterà l’Episodio VIII e la cui uscita è prevista a dicembre, il problema non si pone perché l’attrice aveva già recitato le sue scene prima di morire, ma l’incognita rimane per l’Episodio IX, che arriverà l’anno prossimo.
Se i parenti e i tutori legali dell’immagine dell’attrice non dovessero acconsentire, la Disney avrebbe diritto a 50 milioni di dollari di ricompensa assicurativa, secondo quanto aveva riportato Insurance Insider poco dopo la morte dell’attrice. Secondo il giornale francese Le Parisien si tratterebbe della più grande polizza assicurativa della storia mai stipulata a livello individuale.
La Disney non ha ancora né confermato né smentito le trattative con la famiglia Fisher.
La pratica di ricreare digitalmente alcuni personaggi è stata già sfruttata, con reazioni variegate da parte del pubblico, per l’ultimo film dell’universo di Star Wars, Rogue One (uscito a fine 2016), in cui Peter Cushing, attore britannico che nella saga originale degli anni Settanta interpretava il governatore Tarkin, è stato “riportato in vita” sullo schermo nonostante sia deceduto nel 1994.
È stato possibile grazie a un attore di stazza simile sul quale gli addetti agli effetti speciali hanno “montato” la testa di Cushing, e ne hanno riprodotto la voce in base alle sue interpretazioni del passato.
— ATTENZIONE: Di seguito SPOILER sul film Rogue One —
Non è stato l’unico personaggio ricreato digitalmente del film: anche la stessa Carrie Fisher, che all’epoca del primo film aveva 19 anni, è stata ricreata per una brevissima scena nel finale del film, in cui il suo volto è stato riportato al suo aspetto del 1977 aggiungendolo digitalmente al corpo di una controfigura.
Di seguito la scena finale di Rogue One in cui compare la principessa Leila da giovane ricostruita digitalmente, e in basso un filmato della Abc in cui viene spiegato come si è arrivati a ricostruire digitalmente gli attori: