Carrie Fisher aveva cocaina, eroina e ecstasy nel corpo quando entrò in coma
Oltre a un’apnea notturna, indicata come causa principale di morte, il coroner ha rilevato la presenza di diverse droghe nel sangue dell'attrice scomparsa il 27 dicembre 2016
Giorni fa il medico legale della contea di Los Angeles aveva reso noto che l’attrice Carrie Fisher era morta il 27 dicembre 2016 per una serie di cause combinate tra cui un’apnea notturna, una malattia cardiaca aterosclerotica e “altri fattori”. Il 19 giugno sono stati diffusi ulteriori dettagli.
L’attrice statunitense, 60 anni, nota soprattutto per la sua interpretazione della principessa Leila nella saga di Guerre stellari, aveva avuto un arresto cardiaco il 23 dicembre scorso durante un volo diretto da Londra a Los Angeles, ed era stata immediatamente ricoverata in un ospedale di Los Angeles dopo l’atterraggio.
Fisher non aveva però più ripreso conoscenza ed era morta il 27 dicembre al Ronald Reagan UCLA Medical Centre.
Ora è stato diffuso il rapporto completo degli esami effettuati dall’ospedale sulla donna. Oltre all’apnea notturna, indicata come causa principale di morte, il coroner ha rivelato che l’attrice aveva cocaina, eroina, ecstasy e altre droghe nel corpo al momento del ricovero.
Non è stato possibile stabilire che ruolo abbiano avuto queste droghe nella sua morte, ma era noto che Fisher avesse avuto una lunga storia di dipendenza da sostanze stupefacenti, che durava fin dagli anni Settanta.
Secondo quanto suggerisce il rapporto medico, Fisher potrebbe aver fatto uso di cocaina nello spazio di tre giorni prima di imbarcarsi sul volo. Gli esami hanno trovato tracce (di cui non è possibile rilevare una data precisa) di eroina, morfina, metadone, meperidina, e ecstasy (MDMA).
Oltre alle droghe illegali, Fisher stava prendendo anche Prozac, Abilify e Lamictal sotto prescrizione.
A questo indirizzo il rapporto completo dei medici legali.