Il cardinale Pell, ex tesoriere del Vaticano, condannato per violenza sessuale su minori
Prima di finire al centro del procedimento giudiziario era uno degli uomini più potenti del Vaticano
Il cardinale australiano Gorge Pell è stato condannato dal tribunale di Melbourn, in Canada, per pedofilia: prima di finire al centro del procedimento giudiziario era uno degli uomini più potenti del Vaticano.
Pell è porporato prefetto in congedo della Segreteria per l’Economia del Vaticano. Contro di lui erano state formulate le accuse di abusi sessuali contro minori: è il più alto funzionario della Chiesa cattolica ad essere condannato in un caso di pedofilia.
I fatti per cui è stato condannato risalgono al dicembre del 1996 e agli inizi del 1997 e sono avvenuti a Melbourne, in Canada, dove era stato da poco nominato arcivescovo della Cattedrale di san Patrizio.
La notizia della condanna era già filtrata giù a dicembre, ma la conferma è arrivata solo oggi, 26 febbraio 2019. L’embargo sulla diffusione della sentenza era stato imposto da una legge australiana che stabilisce che finché il processo non è terminato simili informazioni non possono essere diffuse.
Con la nuova condanna diventa inevitabile l’allontanamento del cardinale da Roma, dopo che a dicembre era già stato allontanato dal C9, il consiglio di nove cardinali che coadiuva Francesco nel governo della Chiesa.
Prima di fare ritorno in Australia per affrontare le accuse a suo carico, Pell è stato per tre anni prefetto della segreteria economica della Santa Sede: era il terzo uomo più potente della Chiesa.
Era anche uno dei consiglieri più fidati di Papa Francesco ed è stato scelto per supervisionare le finanze del Vaticano e combattere la corruzione nel 2014.
Da due anni era tornato in Australia in attesa della sentenza definitiva, continuando a negare le accuse a suo carico.
La notizia della condanna di Pell arriva mentre in Vaticano i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo si sono riuniti per partecipare al summit sugli abusi sessuali organizzato da Papa Francesco.