Scandalo Cambridge Analytica, Zuckerberg ammette gli errori di Facebook
Per la prima volta da quando è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica, che riguarda la violazione dei dati sensibili di oltre 50 milioni di profili Facebook, il fondatore Mark Zuckerberg ha ammesso le colpe della piattaforma e ha annunciato alcuni cambiamenti
Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha parlato per la prima volta dello scandalo Cambridge Analytica, ammettendo che Facebook ha commesso degli errori.
Zuckerberg ha anche detto che Facebook introdurrà alcuni importanti cambiamenti che renderanno difficile per qualsiasi terza parte di raccogliere illegalmente dati e informazioni riservate.
Zuckerberg ha infine dichiarato che c’è stato un corto circuito tra la società di analisi Cambridge Analytica, Facebook e l’app creata da Aleksandr Kogan.
“Sono io il fondatore di Facebook e sono io il responsabile per quello che succede sulla nostra piattaforma”, ha annunciato Zuckerberg con un post su Facebook.
Lo scandalo Cambridge Analytica riguarda una delle più importanti violazioni di dati della storia: si parla di oltre 50 milioni di profili Facebook che la società legata a Steve Bannon, l’ex consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Qui trovate tutte le informazioni necessarie per capire il caso Cambridge Analytica.
Per fare fronte ai recenti problemi, Zuckerberg ha annunciato che nell’immediato Facebook:
– verranno messe sotto indagine tutte le app che hanno avuto o che hanno accesso a un vasto numero di dati
– verrà condotta un’indagine interna di tutte le app con attività sospette
– verranno messe al bando tutte le app che non hanno accettato quest’indagine
– verranno messe al bando tutte le app che hanno fatto un uso inadeguato di dati personali
Nel lungo termine, Zuckerberg ha anche detto che Facebook:
– restringerà ulteriormente agli sviluppatori delle app gli accessi ai dati personali
– rimuoverà del tutto agli sviluppatori delle app gli accessi ai dati personali di un utente se quest’ultimo non ha utilizzato l’app negli ultimi tre mesi
– ridurrà le informazioni sensibili che gli utenti forniscono alle app quando si iscrivono inserendo nome, foto ed email
– chiederà agli sviluppatori delle app che richiedono dati sensibili di ottenere, da parte degli utenti, l’approvazione e un contratto firmato prima che essi cedano le proprie informazioni private