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Cambridge Analytica ha aiutato anche un partito italiano

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Lo rivela il sito della stessa società, che descrive anche alcune caratteristiche di questa formazione politica senza però svelarne il nome

Ogni ora che passa si allarga sempre di più lo scandalo di Cambridge Analytica, la società di analisi che ha utilizzato i dati dei profili Facebook per creare un potente software al fine di prevedere e influenzare le scelte elettorali attraverso annunci politici personalizzati.

Cambridge Analytica è accusata di aver violato 50 milioni di profili Facebook per ottenere dati sensibili.

Si tratta di una delle più vaste violazioni di dati della storia. L’azienda è legata all’ex consigliere di Trump, Steve Bannon.

La circostanza è tutt’altro che neutrale: Cambridge Analytica ha infatti collaborato nelle campagne elettorali di Donald Trump e in quella pro-Brexit.

L’inchiesta di Guardian, Observer e New York Times che ha portato alla luce la vicenda si basava sulle rivelazioni di un informatore che ha raccontato come dal 2014 la società avesse iniziato a raccogliere senza autorizzazione i dati personali degli utenti del social network.

La Cambridge Analytica è una società di proprietà del milionario Robert Mercer, e guidata proprio da Steve Bannon. Qui di seguito abbiamo spiegato le implicazioni di Cambridge Analytica in Italia.

Intanto, il 21 marzo il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha ammesso le colpe della piattaforma e ha annunciato alcuni cambiamenti.

Cambridge Analytica ha aiutato anche un partito italiano

Secondo quanto emerge dall’inchiesta, nemmeno le elezioni italiane sarebbero rimaste del tutto immuni dall’influenza di Cambridge Analytica.

È stata la stessa società che lo ha fatto capire, e in maniera anche piuttosto esplicita. Sul suo sito, infatti, è possibile leggere che nel 2012 CA aveva portato avanti un progetto di ricerca per un partito italiano.

Non viene specificato di che partito si tratti, ma il sito specifica che questo partito nel 2012 “era in fase di rinascita, dopo aver ottenuto i suoi più grandi successi negli anni ’80”.

Nello specifico, l’aiuto fornito da CA a questo partito sarebbe consistito nel fare “una ricerca su iscritti e simpatizzanti, per aiutarlo nella strategia di riorganizzazione”.

Cambridge Analytica specifica anche che questa formazione politica, grazie al suo operato, sarebbe riuscita a dotarsi di “una struttura organizzativa flessibile e moderna”, così da ottenere “risultati superiori a quelli attesi in una fase turbolenta della politica italiana”.

A seguito di queste rivelazioni, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha inviato a Facebook una specifica richiesta di informazioni sull’uso di dati personali per finalità di comunicazione politica.

È infatti forte e fondato il sospetto che la profilazione degli utenti per fini elettorali, così come negli Stati Uniti, possa essersi verificata anche in Italia.

Michele Anzaldi, deputato del Partito Democratico, ha formulato una sua ipotesi su quale potrebbe essere il partito che ha beneficiato dell’aiuto di CA: “L’identikit fornito farebbe pensare alla Lega”, ha detto.

Tuttavia, il riferimento agli anni ’80 non sembra corrispondere al partito che oggi è guidato da Matteo Salvini, che i suoi maggiori successi li ha ottenuti dal ’94, a seguito dell’alleanza elettorale che portò Berlusconi a vincere le elezioni.

Proprio i riferimenti forniti da Cambridge Analytica rendono piuttosto difficoltoso identificate il partito in questione, poiché negli anni ’80 le formazioni più popolari erano quelle della prima Repubblica.

Mark Zuckeberg convocato dal parlamento britannico e da quello europeoo

Nel frattempo, il fondatore e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, è stato convocato dal parlamento del Regno Unito e da quello dell’Unione europea.

A Londra una commissione del parlamento britannico lo interrogherà sull’uso dei dati personali da parte di Cambridge Analytica.

Il parlamentare Damian Collins, presidente della commissione di inchiesta sulle fake news, ha accusato Facebook di aver “ingannato” la commissione.

“La commissione ha ripetutamente chiesto a Facebook come le aziende acquisiscono e trattengono i dati degli utenti, e in particolare se i dati sono stati presi senza il loro consenso”, ha scritto il parlamentare nella lettera con cui ha convocato Zuckerberg. “Le risposte dei funzionari hanno costantemente sottovalutato questo rischio e sono state fuorvianti per la commissione”.

Collins ha chiesto una risposta alla sua richiesta entro il 26 marzo.

Sospeso l’amministratore delegato di Cambridge Analytica

L’amministratore delegato di Cambridge Analytica, Alexander Nix, è stato sospeso dal suo incarico. L’azienda in una nota ha fatto sapere che l’operato di Nix “non rappresenta i valori e il modo di operare della società”.

Il ruolo di amministratore delegato è stato affidato ad Alexander Tayler, responsabile del settore dati.

Cambridge Analytica ha anche dichiarato che le conclusioni dell’indagine interna, condotta dall’avvocato Julian Malins, verranno “rese pubbliche al momento opportuno”.

Il titolo Facebook crolla in Borsa

Dopo la pubblicazione dell’inchiesta sul caso Cambridge Analytica il titolo di Facebook ha registrato due giorni consecutivi di forte calo a Wall Street.

Il 19 marzo il titolo è arrivato a perdere fino al 7 per cento, mentre il giorno successivo ha chiuse le contrattazioni a -6,8 per cento, il livello più basso degli ultimi quattro anni, trascinando giù l’intero settore tecnologico.

Si è dimesso il responsabile della sicurezza di Facebook

Il 20 marzo 2018 il responsabile della sicurezza delle informazioni di Facebook, Alex Stamos, si è dimesso sull’onda dello scandalo Cambridge Analytica, ma continuerà a lavorare per la digital company fino al prossimo agosto per supervisionare il passaggio di consegne.

La sua uscita di scena è un segnale della tensione interna all’azienda sul modo in cui vertici hanno gestito la questione delle fake news diffuse attraverso il social network.

Il caso Cambridge Analytica

“Abbiamo sfruttato Facebook per raccogliere milioni di profili di persone. E costruito modelli per sfruttare ciò che sapevamo su di loro e bersagliare i loro demoni interiori. Questa è stata la base su cui è stata costruita l’intera azienda”, ha raccontato l’informatore, Christopher Wylie, ha dichiarato all’Observer:

I documenti visti dall’Observer e confermati da una dichiarazione di Facebook mostrano che alla fine del 2015 il social network di Zuckerberg aveva scoperto la violazione senza precedenti. Tuttavia, non erano stati avvisati gli utenti ed erano solo state adottate misure limitate per proteggere le informazioni degli utenti.

Il New York Times scrive che copie dei dati raccolti per Cambridge Analytica possono ancora essere trovate online; il suo team di reporting aveva visto alcuni dei dati grezzi.

I dati sono stati raccolti attraverso un’app chiamata thisisyourdigitallife, programmata dall’accademico dell’Università di Cambridge Aleksandr Kogan. Attraverso la sua società Global Science Research (GSR), in collaborazione con Cambridge Analytica, centinaia di migliaia di utenti sono stati pagati per sostenere un test della personalità e hanno accettato di raccogliere i loro dati per uso accademico.

Tuttavia, l’app ha anche raccolto le informazioni degli amici di Facebook dei partecipanti alla prova, portando all’accumulo di un pool di dati di decine di milioni di persone.

L’inchiesta del Guardian:
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