Cambridge Analytica, come cancellare le app che hanno accesso ai tuoi dati di Facebook
Dopo lo scandalo per la violazione dei dati di 50 milioni di profili Facebook, è il momento di prendere delle precauzioni per la nostra privacy
Tempi duri in vista per gli utenti più fedeli di Facebook. In seguito all’inchiesta statunitense, realizzata da Guardian, Observer e New York Times, che indagava su una delle più vaste violazioni di dati della storia effettuata della società di analisi Cambridge Analytica, nei confronti di 50 milioni di profili Facebook.
La maggior parte di coloro che utilizzano quotidianamente l’app di Facebook, probabilmente hanno eseguito l’accesso ad altre app tramite il proprio profilo di Facebook, o a servizi con Netflix, Spotify e Tinder.
Ciò vuol dire che tutti i dati personali all’interno delle app in questione possono essere violati e utilizzati illecitamente: la società Cambridge Analytica, per esempio, ha utilizzato i dati dei profili Facebook per creare un potente software che prevedesse e influenzasse le scelte elettorali attraverso annunci politici personalizzati, collaborando nelle campagne elettorali di Donald Trump e in quella pro-Brexit.
In che modo si può evitare che determinate app abbiano accesso a Facebook?
Per evitare che le app che abbiamo precedentemente autorizzato abbiano ancora accesso a Facebook, basta disattivarle dalla piattaforma del social media con alcuni semplici passaggi.
1. Prima di tutto, bisogna andare su Facebook.com (dal computer il passaggio è più semplice)
2. Clicca sulla freccia in alto a destra, accanto all’icona della Guida Rapida:
3. Clicca su Impostazioni
4. Cerca nella lista sul lato sinistro l’icona delle App e cliccaci
5. All’interno di questa pagina appena aperta è possibile visualizzare quante app hanno accesso a tutti o solo ad alcuni dei dati del tuo profilo Facebook
6. Clicca sulla scritta Mostra tutte per vedere tutte le app che eseguono l’accesso tramite il profilo di Facebook
7. Passando il mouse sull’icona di un’app compare una piccola x alla sua destra: bisogna cliccare sulla x di ogni app, una per volta, per disattivarle tutte
8. Comincia dalle app o dai siti che non utilizzi più, per poi eliminarli tutti
9. Sotto al riquadro delle app, ce n’è un altro diviso in quattro finestre. Clicca sulla scritta Modifica della finestra in basso a sinistra Applicazioni usate dagli altri
Questo menù nascosto controlla effettivamente quali app installate dai tuoi amici possono vedere dei tuoi dati, poiché quando le persone installano app con autorizzazioni molto invasive, proprio come quella al centro della debacle di Cambridge Analytica, quelle app possono navigare su Facebook come fanno gli utenti, vedendo ciò che condividi con i tuoi amici, anche se non hai mai consentito a quell’app (che si comporta come se fosse l’estensione del tuo amico) registri i tuoi dati.
10. C’è anche un altro accorgimento che si può prendere: cliccando sulla scritta Modifica della finestra in alto a sinistra, quella denominata Applicazioni, siti Web e plugin, è possibile bloccare qualsiasi app o gioco che utilizzi il profilo di Facebook. Ma se usi Facebook per accedere ad altri servizi (come Netflix o Spotify, ad esempio), potresti perdere l’accesso.
Il problema principale della violazione dei dati di Facebook, comunque, resta il fatto che anche se si proibisce a tutte queste app l’accesso ai dati di Facebook, non c’è modo di sapere quali dati hanno già raccolto e cosa stanno facendo con essi.
L’unico vero modo per preservare la propria privacy ed essere liberi dalle violazioni di Facebook, è eliminarsi direttamente dalla piattaforma.
L’inchiesta di Guardian, Observer e New York Times sulla società di analisi Cambridge Analytica
Sabato 17 marzo 2018 Guardian, Observer e New York Times hanno diffuso l’inchiesta che ha portato alla luce la vicenda della società di analisi Cambridge Analytica, che ha collaborato nelle campagne elettorali di Donald Trump e in quella pro-Brexit, e ha utilizzato i dati dei profili Facebook per creare un potente software per prevedere e influenzare le scelte elettorali attraverso annunci politici personalizzati.
L’inchiesta si basa sulle rivelazioni di un informatore che ha raccontato come dal 2014 la società avesse iniziato a raccogliere senza autorizzazione i dati personali degli utenti del social network: la società Cambridge Analytica ha violato 50 milioni di profili Facebook per ottenere dati personali.
Si tratta di una delle più vaste violazioni di dati della storia. L’azienda è legata all’ex consigliere di Trump, Steve Bannon, ed è di proprietà del milionario Robert Mercer.
I dati sono stati raccolti attraverso un’app chiamata thisisyourdigitallife, programmata dall’accademico dell’Università di Cambridge Aleksandr Kogan. Attraverso la sua società Global Science Research (GSR), in collaborazione con Cambridge Analytica, centinaia di migliaia di utenti sono stati pagati per sostenere un test della personalità e hanno accettato di raccogliere i loro dati per uso accademico.
Perché le azione della società di analisi Cambridge Analytica sono illecite?
Acquistare e utilizzare i dati di Facebook è un privilegio concesso a pochi. Sostanzialmente, solamente gli enti di ricerca non a fini di lucro, gli sviluppatori di app che vogliono appoggiarsi ai dati di Facebook, e che vogliono tracciare il profilo di un individuo per campagne di marketing.
I dati raccolti dalla società Cambridge Analytica, invece, sono stati registrati attraverso un’app chiamata thisisyourdigitallife, programmata dall’accademico dell’Università di Cambridge Aleksandr Kogan. Attraverso la sua società Global Science Research (GSR), in collaborazione con Cambridge Analytica, centinaia di migliaia di utenti sono stati pagati per sostenere un test della personalità e hanno accettato di raccogliere i loro dati per uso accademico.
I dati, però, sono stati poi utilizzati a scopi di commerciali: il concetto fondamentale della trovata di Cambridge Analytica era quello di creare messaggi allettanti per gli elettori, in vista delle elezioni presidenziali statunitensi e del voto per la Brexit.
In effetti, conoscendo il profilo psicologico di una persona, è più facile invogliarla, o addirittura convincerla, a fare qualcosa.