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Cambiamento climatico, l’Ue annuncia misure ambiziose: stop a auto benzina e diesel dal 2035

Immagine di copertina
Credit: Ansa

Cambiamento climatico, l’Ue annuncia misure ambiziose: stop a auto benzina e diesel dal 2035

L’Unione Europea ha annunciato una serie di proposte ambiziose sul cambiamento climatico, per arrivare ad azzerare le emissioni nette di anidride carbonica (CO2) entro il 2050.

Il pacchetto di misure, con cui l’Ue intede raggiungere il suo obiettivo di ridurre le emissioni del 55 percento dai livelli del 1990 entro il 2030, comprende una proposta che vieterebbe di fatto la vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, imponendo limiti più stringenti per le emissioni.

“Agendo adesso possiamo fare le cose in un altro modo” ha detto oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, parlando di un “compito generazionale”, quello di garantire “il benessere non solo della nostra generazione, ma anche dei nostri figli e nipoti. L’Europa è pronta a guidare”.

La riduzione di un ulteriore 31 percento delle emissioni entro il 2030, dopo il calo del 24 percento fatto registrare dal 1990 al 2019, è considerata necessaria per poter sperare di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050, raggiungendo la cosiddetta “carbon neutrality”.

Le proposte annunciate oggi dalla Commissione europea comprendono l’aumento della tassazione sul combustibile per gli aerei, accompagnata da un’esenzione di 10 anni per alternative a basse emissioni di CO2, incentivi alla riqualificazione energetica degli edifici e un “meccanismo di compensazione” che potrebbe essere oggetto di dispute commerciali con altri paesi. Questo Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam) imporrebbe agli importatori di ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti ed elettricità il pagamento del costo della CO2 che avrebbero dovuto sostenere se le merci fossero state prodotte nell’Ue.

La Commissione europea ha anche annunciato una riforma del sistema di permessi per l’emissione di CO2. Nell’Ue questi possono essere scambiati in un apposito mercato istituito nel 2005, l’Emissions Trading System (Ets), che dovrebbe arrivare a coprire anche il settore delle spedizioni.

Le emissioni del trasporto su strada e degli impianti di riscaldamento negli edifici entreranno invece a far parte di un mercato Ets separato. In questo caso gli introiti finiranno in un fondo per il clima dal valore stimato di 72 miliardi di euro, con cui l’Ue potrebbe cofinanziare regimi di incentivazione nazionale per l’acquisto di auto a zero emissioni e la riqualificazione energetica degli edifici.

Prima di essere approvate dagli stati membri dell’Ue e dal parlamento europeo, le proposte saranno oggetto di negoziazioni che probabilmente dureranno mesi. Oltre a incontrare l’opposizione dei settori economici coinvolti, le misure potrebbero anche avere ricadute politiche più ampie, come già avvenuto in Francia con le proteste contro l’aumento delle accise sulla benzina, che nel 2018 hanno dato vita al movimento dei gilet gialli.

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