La bufala sullo smalto di Josefa, la migrante salvata dai volontari della ong Open Arms
Josefa è rimasta impressa nella memoria di molti per la fotografia che mostra la potenza dei suoi occhi vitrei mentre viene issata sul gommone, ora circola una fake news sul suo conto
Ancora una volta su Facebook è stata diffusa una bufala sui migranti, nello specifico questa volta la protagonista della fake news è Josefa, l’unica superstite dell’ultimo naufragio avvenuto al largo delle coste libiche nella notte tra il 16 e il 17 luglio.
La donna è stata salvata dai volontari della Ong spagnola Proactiva Open Arms. Josefa è rimasta per 48 ore aggrappata a un pezzo di legno, accanto ai corpo morti di una donna e un bambino.
Josefa è rimasta impressa nella memoria di molti per la fotografia che documenta il suo salvataggio e l’immagine dei suoi occhi vitrei mentre viene issata sul gommone ha fatto il giro del mondo. Qui abbiamo raccontato la sua storia.
Josefa ce l’ha fatta per miracolo. La temperatura del suo corpo, infatti, stava scendendo e se i soccorritori della Open Arms non si fossero accorti di lei, non ce l’avrebbe fatta.
Ora sul conto di questa donna che ha vissuto un esperienza drammatica come quella di un naufragio circola sul web una bufala relativa allo smalto rosso sulle sue unghie.
Ecco la bufala sullo smalto roso di Josefa che circola sui social
“Josefa con le unghie perfette laccate di rosso dopo 48 ore in mare. Gli scatti sono stati forniti da Open Arms subito dopo il recupero. Cosa fanno sulla barca? Mettono lo smalto alle migranti appena salite a bordo dopo il naufragio? Le condizioni psico-fisiche di Josefa dichiarate da Open Arms collidono con 48 ore in mare aggrappata al relitto che come minimo è in situazione di ipotermia. Francamente esagerano e ci prendono per scemi”, commenta un utente su Facebook.
E ancora:
Ma lo smalto alle unghie fa parte dei beni di prima necessità? #Josefa #smalto
— Pazzo & Chiudo (@pazzoechiudo) 22 luglio 2018
E come ha scoperto sempre @francescatotolo la vittima #Josefa #Josepha, dopo aver combattuto il mare per 48ore, non solo non ha segni di ringrinzimento evidenti, non solo è viva, ma subito si è fatta manicure ed ha predisposto un piano di azioni legali contro #italia e #Libia! pic.twitter.com/VqisoFIu5H
— Diana (@Diana26278604) 22 luglio 2018
A riportare giustizia e verità sulla vicenda ci ha pensato la giornalista di Internazionale Annalisa Camilli che su quella nave c’era e ha documentato e visto il salvataggio di Josefa con i suoi occhi.
Su Twitter la reporter che si trovava a bordo della ong spagnola Proactiva Open Arms chiarisce la fake news rispondendo al commento di un utente: “Lo hanno messo le volontarie per tranquillizzarla e farla parlare dopo lo shock”.
“Josefa ha le unghie laccate perché nei quattro giorni di navigazione per raggiungere la Spagna le volontarie di Open Arms le hanno messo lo smalto per distrarla e farla parlare. Non aveva smalto quando è stata soccorsa. Serve dirlo?”.
Come si vede da questa foto Josefa subito dopo il soccorso non aveva smalto. Anche se ce lo avesse avuto per me non cambia niente. Saluti. pic.twitter.com/x2POcfIew2
— annalisa camilli (@annalisacamilli) 22 luglio 2018
Ma purtroppo non è la prima volta che si verificano episodi di disinformazione su temi così drammatici, nemmeno un mese fa circolava un fotomontaggio su Facebook volto a dimostrare che le immagini dei tre corpi dei bambini rinvenuti in mare dopo il naufragio del 29 giugno di una imbarcazione al largo della Libia erano false.
Qui abbiamo riportato la notizia: “La foto del bambino migrante morto è una messa in scena delle Ong di Soros”: ecco la nuova bufala negazionista“.