La partita Brexit si gioca anche sui social
Guy Verhofstadt, delegato del Parlamento europeo ai negoziati sulla Brexit, ha attaccato duramente alcuni membri di spicco del governo britannico con un post su Facebook
Per la sponda britannica sarà il nemico numero uno nei negoziati sulla Brexit, quelli che porteranno il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. Si chiama Guy Verhofstadt ex primo ministro belga, delegato del Parlamento europeo alla spinosa trattativa di abbandono.
Non sarà certamente una navigazione facile quella dei negoziati fra Londra e Bruxelles, e anche sui social network non si risparmiano le stoccate. Il belga, infatti, ha usato proprio Facebook per scagliarsi contro gli uomini di spicco del governo britannico.
Nello specifico, nel post pubblicato sul celebre social, Verhofstadt punta il dito prima di tutti contro Boris Johnson, ex sindaco di Londra e attuale ministro degli Esteri nel governo conservatore presieduto da Theresa May.
La rabbia del belga nasce dalla visita ufficiale di Johnson ad Ankara, dove ha incontrato i vertici del governo turco, e dove ha assicurato che il Regno Unito farà di tutto per facilitare un futuro possibile ingresso della Turchia nell’Ue.
Johnson, figura prominente del movimento leave, durante la campagna referendaria aveva utilizzato proprio il possibile ingresso della Turchia nell’Unione come uno dei validi motivi per abbandonarla.
Un’ambiguità politica che non è passata inosservata né è andata giù a Verhofstadt, il quale ne ha sottolineato il paradosso.
Nel post la dura critica coinvolge anche il ministro della Difesa britannico Michael Fallon che, recentemente, ha reso pubblico di voler bloccare con ogni mezzo la creazione di una forza militare europea nonostante il prossimo abbandono del suo paese e pur contando su buoni accordi futuri nel settore della sicurezza comune.
Ultimo bersaglio è stato Liam Fox, ministro del Commercio, il quale aveva rimarcato il fatto che ci sono piazze commerciali ben più importanti fuori dall’Europa, malgrado il premier May abbia dichiarato di voler concludere un ambizioso accordo commerciale con i 27.
Il post si conclude con una nota sarcastica: “I politici non mancano mai di sorprendermi”.
Fra le reazioni più importanti è senz’altro degna di nota quelle di Nigel Farage, ex leader del partito Ukip e figura di primo piano nella campagna per il leave (nonché parlamentare europeo), che auspica una sostituzione di Verhofstadt con un’altra figura in migliori rapporti con il Regno Unito.
Intanto il belga, in una recente intervista, ha rimarcato con forza che ogni patto dovrà essere passato al vaglio del Parlamento europeo che, stando ai trattati, ha diritto di veto su ogni accordo. Un potere che lo rende più forte di qualsiasi stato membro.
La partita Brexit si gioca anche sui social, e siamo solo all’inizio.
*A cura di Maurizio Carta, da Londra.
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