Fonti Ue: “La Brexit potrebbe essere rinviata al 2021”
La Brexit potrebbe essere rinviata al 2021. È quanto riporta il Guardian citando fonti Ue.
A puntare sul prolungamento del periodo di negoziazioni è Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, in caso un ulteriore rifiuto dell’accordo da parte della Camera dei Comuni.
Questo rinvio, secondo le fonti Ue, consentirebbe al Regno Unito e all’Unione Europea di superare un eventuale scontro con l’Irlanda.
L’Ue, secondo quanto confermato dal i, non vuole trovarsi a ridiscutere dell’accordo in estate e, soprattutto, con un nuovo parlamento europeo insediato da poche settimane.
Se rinvio ci deve essere, “sarà lungo”, spiegano fonti Ue. E una proroga di 21 mesi non intaccherebbe i lavori del bilancio europeo”.
Intanto la premier britannica, Theresa May, ha comunicato che non ci sarà nessun voto sulla Brexit la prossima settimana e ha promesso che la votazione a Westminster sulla sua proposta per lasciare l’Ue si terrà regolarmente il 12 marzo.
“Non ci sarà un voto significativo in Parlamento questo settimana ma ci assicureremo che si svolga il 12 marzo”, ha riferito ai giornalisti durante il suo viaggio verso l’Egitto per il summit tra Ue e Lega araba.
“Quello che posso garantire è che stiamo facendo tutto il possibile per lasciare l’Unione europea con un accordo”.
Intanto nelle scorse ore tre ministri britannici hanno chiesto che la Brexit, prevista per il 29 marzo, venga rimandata se non vi sarà un accordo con l’Unione europea adottato dal Parlamento.
Il ministro delle Imprese Greg Clark, quella del Lavoro Amber Rudd e il ministro della Giustizia David Gauke si oppongono apertamento allo scenario di un’uscita dall’Ue senza accordo.
“Noi speriamo che il Parlamento riconosca la necessità di lasciare l’Ue con un accordo il 29 marzo”, hanno scritto in una lettera al Daily Mail.
“Se non ci sarà alcun progresso durante la prossima settimana, l’opinione che si diffonde nel parlamento è chiara: sarebbe meglio (…) rimandare la nostra data di uscita invece di uscire in maniera disordinata dall’Ue il 29 marzo”.
Secondo i tre ministri, un’uscita senza accordo rischia dui dannneggiare “gravemente” l’economia britannica e di minacciare “l’integrità” del Regno unito.