Brexit, la Camera dei Comuni respinge la mozione Johnson: no alle elezioni anticipate il 12 dicembre
Non è arrivato il quorum dei due terzi
Brexit, respinta la mozione Johnson: no alle elezioni anticipate
La Camera dei Comuni ha respinto stasera la mozione presentata dal governo britannico di Boris Johnson per ottenere le elezioni politiche anticipate il 12 dicembre. Il mancato sì dell’opposizione laburista ha impedito di raggiungere il necessario quorum dei due terzi, come già in due altre occasioni.
Al governo Tory resta però ora la strada di sostenere la nuova proposta di altri due partiti d’opposizione, LibDem e Snp, per andare al voto il 9 dicembre modificando a maggioranza semplice da domani la legge vigente sulle elezioni.
“Questo Parlamento ha esaurito la sua funzione”, aveva argomentato Johnson la mozione presentata dal suo governo per chiedere alla Camera dei Comuni il voto il 12 dicembre.
Il premier Tory ha aggiunto che avrebbe “preferito attuare la Brexit” il 31 ottobre come aveva promesso, ma ha accusato la Camera di aver rinviato il suo deal. E adesso c’è anche la richiesta di nominare il suo commissario europeo tra quelle rivolte al governo britannico dall’Ue nel quadro del via libera a una nuova proroga della Brexit.
Per andare alle elezioni anticipate sono necessari i due terzi dei voti parlamentari e in pratica attivare a quella soglia senza i voti del Labour è praticamente impossibile.
La bocciatura di oggi è arrivata con 299 sì, 70 no e numerose astensioni.
Cosa succede ora
Ora Johnson cercherà di modificare la legge ordinaria fatta da Cameron nel 2011 per avere la validità con la semplice maggioranza. Dopo tale modifica potrebbero esserci elezioni prima di Natale in una data compresa fra il 9 o il 12 dicembre. A favore i Lib-Dem e l’SNP. I Laburisti si astengono.
Il premier preannuncia per domani “un breve” testo legislativo in merito alla revisione della legge. Insiste tuttavia sulla data del 12 dicembre e non del 9, come proposto da indipendentisti scozzesi e LibDem e accusa il leader laburista Jeremy Corbyn di “fuggire dal giudizio popolare”.
Corbyn, da parte sua, si dice pronto a esaminare il nuovo testo, ma chiede garanzie contro il no deal. Intanto il capogruppo indipendentista dell’Snp, Ian Blackford, preannuncia un possibile sì del suo partito alla nuova soluzione indicata da Johnson, a patto che il premier s’impegni a questo punto non riproporre la ratifica del suo accordo di divorzio dall’Ue prima della convocazione delle urne.