Dopo la Brexit nel Regno Unito i crimini d’odio sono cresciuti del 42 per cento
La polizia britannica riferisce che nelle ultime 2 settimane si sono verificati 3.076 episodi segnalati, con un incremento di 915 reati rispetto al 2015
Il numero dei crimini d’odio, tutte quelle violenze legate alla discriminazione di persone in base a orientamento sessuale, etnia, religione o gruppo sociale, commessi nel Regno Unito, è cresciuto del 42 per cento dopo il referendum sulla Brexit.
Lo ha riferito la polizia britannica all’agenzia Reuters. Nelle ultime due settimane si sono verificati 3.076 episodi del genere segnalati alle forze del genere, con un incremento di 915 reati rispetto allo stesso periodo del 2015.
“Ora abbiamo una chiara indicazione degli aumenti dei crimini d’odio a livello nazionale e si può vedere che c’è stato un forte aumento nelle ultime settimane”, ha dichiarato Mark Hamilton, il portavoce del Consiglio Nazionale di polizia sugli “hates crimes”, i cosiddetti crimini di odio.
“Questo è inaccettabile e mina la diversità e la tolleranza che dovremmo invece celebrare”, ha aggiunto.
I critici hanno accusato alcuni sostenitori della campagna del leave di alimentare la xenofobia e il razzismo, facendo leva sull’uscita del Regno Unito dall’Ue come modo per fermare l’immigrazione incontrollata.
Una settimana prima del voto, la deputata laburista Jo Cox, una forte sostenitrice del remain era stata uccisa al grido di “Britain first” da un neonazista in un clima di odio crescente.
La polizia ha riferito che il picco del numero dei crimini d’odio si è verificato il 25 giugno, quando sono stati segnalati ben 289 reati tra cui molestie, aggressioni, violenze, insulti, spintoni e sputi.
Il primo ministro David Cameron, che rimarrà in carica ancora per qualche mese prima delle dimissioni, ha promesso di agire per reprimere quest’ondata di crimini di odio e il problema è stato sollevato anche in una riunione dei leader europei a Bruxelles.