Brexit, provano a entrare nel Regno Unito: 30 cittadini italiani ed europei fermati e detenuti
Almeno una trentina di cittadini dell’Unione europea, fra cui anche italiani, tedeschi, greci, rumeni e spagnoli, soprattutto giovani, sono stati bloccati alla frontiera nel Regno Unito e trattenuti in centri di rimozione dopo aver cercato di entrare nel Paese forse per lavorare, senza visto o residenza. Gli europei sono stati trattenuti nei centri fino a sette giorni prima di essere costretti a rimpatriare, un periodo molto lungo attribuibile anche per la difficoltà a trovare un volo di rientro nel loro Paese a causa dell’epidemia di Covid ma che un diplomatico ha definito come “sproporzionato”.
Dal primo gennaio di quest’anno, con l’entrata in vigore della Brexit, i cittadini europei possono entrare nel Regno Unito per lavoro solo con un visto o nel quadro dell’Ue Settlement Scheme che riguarda chi viveva nel Paese prima della Brexit. Altrimenti, gli europei possono entrare per turismo e rimanere per 90 giorni al massimo. Ma la polizia di frontiera mantiene il diritto di respingere europei se ci sono ragionevoli dubbi circa la loro intenzione di lavorare durante il loro soggiorno. In passato, quando il Regno era ancora uno Stato membro comunitario, era invece possibile superare la frontiera britannica con un semplice visto turistico per poi iniziare sul posto la ricerca di un lavoro a Londra o in un’altra città.
“Non esiste un caso. Sono state interamente rispettate le procedute” in vigore dallo scorso primo gennaio, così fonti diplomatiche commentano brevemente la notizia del respingimento di trenta cittadini europei -uno o due italiani- dallo scorso primo gennaio. Nel Regno Unito adesso “non è consentito l’ingresso per lavoro, se non si dispone di regolare contratto o di un visto. Gli europei respinti invece avrebbero dichiarato di voler entrare nel Paese per lavorare, ma senza averne i requisiti. “La presenza italiana nel Regno Unito era e continua a essere altissima. Moltissimi italiani, decine di migliaia se non di più, sono rimasti e hanno ottenuto il permesso di soggiorno”, si precisa. I moltissimi giovani che arrivavano senza espletare procedure burocratiche, “ora dovranno preparare il terreno in precedenza”.
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