Brasile, svolta storica: l’omofobia e la transfobia sono penalmente perseguibili
In Brasile, la Corte Suprema ha votato una legge secondo la quale le discriminazioni contro gay e transgender devono essere perseguite penalmente.
Si tratta di una grande conquista per la comunità LGBT in Brasile, che finora non era affatto tutelata dalle leggi del paese. Non esisteva infatti un vero e proprio reato legato alle discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale.
Sei giudici su 11 hanno votato per considerare la discriminazione contro i gay e le persone transgender equivalente al razzismo.
La decisione darà alla comunità, che subisce attacchi costanti, protezione reale.
Almeno 141 persone LGBT sono state uccise in Brasile quest’anno, secondo il gruppo di attivisti Gay da Bahia.
La Chiesa cattolica e il movimento evangelico sono spesso critici nei confronti dei diritti dei gay e il presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (qui un suo profilo), eletto l’anno scorso con il forte sostegno degli elettori conservatori, è un omofobo dichiarato.
“I crimini omofobi sono allarmanti quanto la violenza fisica”, ha detto il vicepresidente della Corte suprema Luiz Fux per motivare il suo voto.
La decisione alla Corte Suprema fa sì che i reati debbano essere puniti secondo la legge sul razzismo del paese fino a quando il Congresso non approverà una legislazione specifica per proteggere le persone LGBT.
Nel 2017, in Brasile, ogni 19 ore una persona LGBT è morta a causa dell’omofobia. “Numeri così allarmanti sono solo la punta di un iceberg fatto di violenza e sangue. Dal momento che non ci sono settori governativi specializzati per i crimini di odio, queste morti sono sempre sottovalutate”, sostiene Luiz Mott, antropologo fondatore del gruppo GGB e responsabile del sito di osservazione dei report annuali.
Ora, con questa legge, qualcosa potrebbe realmente cambiare.