Brasile, Lula eletto presidente. Sorpassa Bolsonaro con il 50,82% dei voti
Il leader di sinistra, Luiz Inácio Lula da Silva ha vinto il ballottaggio, ed é stato eletto presidente del Brasile per la terza volta.
Lula ha battuto l’attuale capo dello Stato, Jair Bolsonaro, il primo presidente che ha fallito nel suo tentativo di rielezione.
Il Tribunale superiore elettorale ha ufficializzato la vittoria, col 98, 86% del totale delle sezioni scrutinate, Lula ha ottenuto il 50,83% dei voti (59.596.247), contro il 49,17% di Bolsonaro (57.675.427).
Al primo turno Lula aveva ottenuto il 48,43% dei voti (57.259.504) contro il 43,2% del candidato del Pl (51.072.345), conquistando 14 Stati, contro i 13 di Bolsonaro. Uno di quest’ultimi, il governatore di San Paolo appena eletto, Tarciso de Freitas, sottolinea che il risultato delle urne “è sovrano” e quindi promette di mantenere “il dialogo possibile con il governo Lula”, mentre ad alcune ore dall’esito elettorale, non è ancora arrivato il riconoscimento della sconfitta da parte di Bolsonaro.
Nel suo primo discorso dopo la vittoria Lula ha affermato che la missione principale del suo governo è combattere la fame in Brasile: “Il nostro impegno più urgente è porre fine alla fame. Se siamo il terzo produttore di cibo al mondo e il primo di carne, abbiamo il dovere di garantire che ogni brasiliano possa fare colazione, pranzo e cena ogni giorno. Non possiamo accettare come una cosa normale che intere famiglie siano costrette a dormire per strada”, ha aggiunto.
“Dal primo gennaio governerò per tutti i brasiliani e non solo per quelli che mi hanno votato. È tempo di riunire la famiglia. A nessuno interessa vivere in un Paese perennemente in guerra. È tempo di deporre le armi”, ha detto il neo presidente. “In una delle elezioni più importanti del Brasile, oggi c’è un unico vincitore: il popolo brasiliano”, ha continuato Lula. “Non è una vittoria mia o del mio partito, ma di un immenso movimento democratico”, ha aggiunto.
Luiz Inácio da Silva, per tutti Lula, è nato nel 1945 in una famiglia poverissima di otto figli nello Stato brasiliano di Pernambuco. Ha fatto il lustrascarpe, il venditore ambulante, l’operaio, il sindacalista. Ha fondato il PT, Partido dos Trabalhadores. Si è sposato tre volte, è stato tre volte in galera e, molto probabilmente, sarà per la terza volta presidente della Repubblica brasiliana.
Dal 1964 al 1984 la dittatura militare imprigionò migliaia di oppositori e ne assassinò centinaia; molti intellettuali – da Cardoso a Gilberto Gil, da Oscar Niemeyer a Chico Buarque e Caetano Veloso – furono costretti all’esilio. Lula in quegli anni è stato negli Stati Uniti per approfondire l’organizzazione sindacale, ha fondato il partito e il sindacato di sinistra, ha combattuto la dittatura con l’arma dello sciopero.
Dal 1995 al 2003 Fernande Henrique Cardoso, tornato dall’esilio e diventato presidente della Repubblica, ha modernizzato l’economia e ha accumulato per il Paese la ricchezza che poi Lula, presidente dal 2003 al 2010, ha distribuito democraticamente, consentendo a 42 milioni di brasiliani l’accesso a una condizione migliore.