Brasile, annullate le condanne a Lula: nel 2022 potrà candidarsi contro Bolsonaro
La Corte Suprema del Brasile ha annullato tutte le condanne nei confronti di Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente della Repubblica. La sentenza ripristina i diritti politici per Lula, che quindi – da leader del Partito dei lavoratori – potrà candidarsi alle elezioni presidenziali brasiliane del 2022, sfidando presumibilmente l’attuale presidente ultra-conservatore Jair Bolsonaro.
Il verdetto è stato pronunciato oggi, lunedì 8 marzo 2021, dal giudice Edson Fachin. Il magistrato ha dichiarato invalide tutte le condanne pendenti nei confronti dell’ex presidente.
Lula, 75 anni, ha guidato il Brasile per due mandati, dal 2003 al 2011. Nel 2017 è stato condannato in primo grado a 9 anni e 6 mesi per corruzione e riciclaggio nell’ambito dello scandalo Lava Jato. L’anno successivo ha deciso comunque di ricandidarsi alle elezioni presidenziali: era in testa a tutti i sondaggi quando fu condannato in appello a 12 anni dal tribunale di Curitiba (città dello Stato del Paranà) e fu costretto a ritirarsi dalla campagna elettorale.
L’ex presidente, accusato di aver ricevuto denaro e altri favori da alcune imprese, tra cui la compagnia petrolifera Petrobas, ha sempre respinto tutte le accuse. Lula è stato detenuto nel carcere di Curitiba dal 7 aprile 2018 all’8 novembre 2019, quando la Corte Suprema ha sancito che gli imputati di cui ancora non è stata accertata la colpevolezza possono rimanere in libertà fino alla sentenza definitiva.
Oggi il colpo di scena, con l’annullamento di tutte le condanne. Secondo il giudice Fachin, la corte di Curitiba non aveva la giurisdizione necessaria per dirimere il caso. Il giudice ha anche stabilito che i rispettivi casi vengano inoltrati alla giustizia del distretto federale.
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