Brasile al voto, resa dei conti tra Lula e Bolsonaro: l’ex sindacalista punta alla vittoria al primo turno
Brasile al voto, resa dei conti tra Lula e Bolsonaro: l’ex sindacalista punta alla vittoria al primo turno
Il Brasile va al voto, al termine di una delle campagne elettorali più polarizzate degli ultimi decenni. Dopo 12 anni, l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva punta a tornare al Palácio do Planalto per un terzo mandato, superando al primo turno l’attuale capo di stato, Jair Bolsonaro. Secondo gli ultimi sondaggi, l’ex sindacalista ha infatti un distacco di 10-15 punti dal paladino della destra e potrebbe raggiungere soglia del 50 percento già oggi. Oltre a evitare il ballottaggio, un trionfo al primo turno potrebbe evitare un ulteriore aumento delle tensioni, già infiammate da Bolsonaro nel corso della campagna elettorale.
L’attuale presidente brasiliano ha infatti accusato le autorità elettorali di aver ordito complotti contro di lui e ha chiesto all’esercito di tenere uno spoglio parallelo, richiesta a cui i militari si sono opposti. Oltre a minacciare di contestare il risultato del voto, l’ex capitano dell’esercito ha promesso di rispettare il risultato elettorale se il voto sarà “pulito e trasparente”, senza specificare cosa intendesse.
Il ritorno di Lula alla presidenza già dal primo turno dipenderà, secondo gli esperti, dal dato dell’affluenza. L’aumento dell’astensione tra gli elettori meno abbienti potrebbe infatti penalizzare il candidato del Partito dei lavoratori, reduce dall’odissea giudiziaria che tra il 2018 e il 2019 l’aveva portato a trascorrere 580 giorni in carcere. A condannarlo era stato Sergio Moro, futuro ministro della Giustizia di Bolsonaro, poi travolto dalle inchieste che hanno portato alla scarcerazione e all’annullamento della condanna di Lula. Secondo la Corte suprema il giudice della Mani pulite brasiliana non era stato imparziale, confermando le accuse di collusione con i procuratori riportate in un’inchiesta di The Intercept.
I due candidati sono divisi da una visione radicalmente opposta del futuro della più grande democrazia del Sud America. In particolare, il leader della sinistra brasiliana ha promesso di accantonare le politiche di Bolsonaro sull’ambiente, che hanno portato il disboscamento nella foresta amazzonica ai massimi degli ultimi 15 anni. Lula promette anche di rafforzare la protezione delle tribù locali e di rendere il Brasile un protagonista della diplomazia climatica. L’ex presidente, che ha scelto per la vicepresidenza il centrista Geraldo Alckmin, dovrà però fare i conti con una probabile maggioranza di destra nel Congresso nazionale. Nonostante il vantaggio per Lula nel voto per le presidenziali, i sondaggi prevedono infatti che la coalizione di Bolsonaro manterrà la maggioranza in entrambe le camere. Anche nel caso di una sconfitta netta del candidato del Partito liberale e del suo vice, il generale Walter Netto, un nuovo governo di sinistra potrebbe quindi incontrare difficoltà nel tentativo di ribaltare le politiche degli ultimi quattro anni. Nel voto di oggi saranno rinnovati tutti i 513 seggi della Camera dei deputati e un terzo degli 81 membri del Senato federale.