Bolsonaro coinvolto nelle indagini sull’omicidio dell’attivista Marielle Franco
Il ministro della Giustizia brasiliano ha chiesto di avviare un'inchiesta, suggerendo che il presidente potrebbe essere "vittima" di una falsa testimonianza o di una denuncia calunniosa
Bolsonaro coinvolto in indagini su omicidio
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro è coinvolto nelle indagini sugli omicidi dell’attivista per i diritti civili e consigliera comunale di Rio de Janeiro Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes. I due omicidi sono avvenuti nel marzo 2018 in un attentato.
Il ministro della Giustizia brasiliano Sergio Moro ha chiesto oggi al procuratore generale Augusto Aras di avviare un’inchiesta sulle dichiarazioni che citano il nome di Bolsonaro, nelle indagini sugli omicidi di Franco e Gomes.
Nella sua richiesta, il ministro Moro, un ex giudice dell’inchiesta anti-corruzione nota come Lava Jato e considerata la Mani Pulite verdeoro, suggerisce che il presidente brasiliano potrebbe essere “vittima” di una falsa testimonianza o di una denuncia calunniosa e parla di incoerenza nelle indagini, fanno notare i media locali.
“È anche possibile che il deponente in questione si sia semplicemente sbagliato o sia stato utilizzato inconsapevolmente da terzi per queste finalità”, ha detto il ministro riferendosi alla deposizione del portiere del condominio di Rio de Janeiro, dove abita Bolsonaro, divulgata dalla Tv Globo e che ipotizzerebbe la frequentazione di alcuni sospettati per la morte della Franco da parte del capo dello Stato, all’epoca deputato.
La testimonianza
La dichiarazione che ha chiamato in causa Bolsonaro è stata resa dal portiere del Condominio Vivenda da Barra, nella zona ovest di Rio, in cui ha casa anche il capo dello Stato. L’uomo alla polizia ha raccontato che, alcune ore prima del crimine, commesso il 14 marzo 2018, uno dei sospettati dell’omicidio, Elcio de Queiroz, è entrato nel complesso residenziale, dove viveva il presunto killer, l’ex poliziotto Ronnie Lessa, affermando che avrebbe fatto visita all’allora deputato Bolsonaro.
Secondo la dichiarazione resa dal portiere alla polizia civile, proprio il “Signor Jair” autorizzò via citofono l’auto in cui si trovava de Queiroz a entrare nel condominio. Tuttavia, in base ai registri di presenza della Camera dei deputati, Bolsonaro all’epoca non si trovava nella sua casa a Rio, ma a Brasilia.
La difesa
Dopo la trasmissione del reportage di Tv Globo, l’avvocato di Bolsonaro, Frederick Wassef, ha affermato che le parole attribuite dagli inquirenti al portiere sarebbero “un modo per attaccare il presidente”. “È una bugia. Deve essere un errore di battitura, qualcosa del genere. Jair Bolsonaro il 14 marzo 2018 era a Brasilia, nella Camera dei deputati, tra l’altro esiste registro del suo ingresso lì, con il dito e tutte le altre prove”, ha detto il legale.