Brasile, bimba di 10 anni stuprata dallo zio rimane incinta: abortisce al quinto mese
Bimba di 10 anni rimasta incinta dopo lo stupro riesce ad abortire al quinto mese
Una bambina di 10 anni rimasta incinta dopo essere stata ripetutamente stuprata da uno zio ha abortito al quinto mese di gravidanza. È successo in Brasile: i medici dell’ospedale più vicino alla casa della piccola si erano rifiutati di eseguire l’aborto per motivi di coscienza, e così l’intervento è stato effettuato all’ospedale di Recife, a oltre 1800 chilometri di distanza. La bambina, che vive nei pressi di Sao Mateus, nello Stato di Espirito Santo, era giunta la scorsa settimana in ospedale con fortissimi dolori al ventre ma i medici si erano rifiutati di farla abortire poiché aveva già superato la ventiduesima settimana.
Nonostante la legge brasiliana preveda l’interruzione volontaria di gravidanza in caso di violenza sessuale o di gravi rischi per la salute della futura mamma e del feto, i medici, tutti obiettori di coscienza, erano stati inflessibili. Alla fine però la Corte di Giustizia del Paese ha stabilito che la volontà della donna era sovrana, e la ragazza è stata trasferita in un altro ospedale per sottoporsi all’intervento.
Lo zio, di 33 anni, è accusato di aver violentato la piccola per quattro anni, ed è stato arrestato dopo aver tentato la fuga. Intanto però non si placano le polemiche per l’aborto della piccola, con le associazioni pro Vita e ultra cattoliche che accusano i medici di essere stati degli assassini. “La violenza sessuale è terribile, ma la violenza dell’aborto non si spiega, date tutte le risorse esistenti e messe a disposizione per garantire la vita dei due bambini”, ha commentato il vescovo locale. Il dottore dell’Ospedale si è difeso così: “La bambina sta clinicamente molto bene e soprattutto è molto sollevata. Abbiamo realizzato l’operazione in modo da alleviare il più possibile la sua sofferenza”.
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