Biennale di Venezia: migliaia di artisti, curatori e direttori di musei chiedono di escludere Israele. Il ministro Sangiuliano: “No agli intolleranti”
Il collettivo Art Not Genocide Alliance (Anga) accusa Tel Aviv di "genocidio a Gaza”. A stretto giro è arrivata la reazione del ministro della Cultura che parla di “diktat inaccettabile”
Migliaia di artisti, curatori e direttori di musei, chiedono “l’esclusione di Israele dalla Biennale di Venezia” per non “offrire un palcoscenico a uno Stato impegnato in continui massacri contro il popolo palestinese a Gaza”. A stretto giro è arrivata la reazione del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in una nota intitolata “No agli intolleranti, sì a Israele”.
La petizione online “No al Padiglione Genocidio alla Biennale di Venezia”, lanciata dal collettivo Art Not Genocide Alliance (Anga), ha quasi raggiunto le novemila firme. “Qualsiasi rappresentanza ufficiale di Israele sulla scena culturale internazionale è una legittimazione delle sue politiche e del genocidio a Gaza”, si legge nella lettera aperta indirizzata alla Fondazione della Biennale. La richiesta si basa sulle precedenti esclusioni del Sudafrica per le politiche di apartheid (dal 1950 al 1993) e della Russia per l’invasione dell’Ucraina (dal 2022).
“Mentre il padiglione israeliano prende vita, il bilancio delle vittime del genocidio a Gaza e in Cisgiordania aumenta ogni giorno”, si legge nella petizione. “Mentre il team curatoriale israeliano progetta il cosiddetto ‘Padiglione della fertilità’ riflettendo sulla maternità contemporanea, Israele ha ucciso più di 12mila bambini, distrutto strutture mediche e reso impossibile l’accesso alle cure riproduttive. Di conseguenza, le donne palestinesi subiscono cesarei senza anestesia e sono costrette a partorire per strada”.
Secondo l’Anga, ammettendo Israele alla Biennale d’Arte di Venezia in programma dal 20 aprile al 24 novembre 2024, la Fondazione “sta promuovendo uno Stato di apartheid genocida”. Alla petizione ha risposto direttamente il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: “È inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di pensiero e di espressione creativa in una nazione democratica e libera come l’Italia”, ha scritto in una nota. “Israele non solo ha il diritto di esprimere la sua arte ma ha il dovere di dare testimonianza al suo popolo proprio in un momento come questo in cui è stato duramente colpito a freddo da terroristi senza pietà”.