Lukashenko schiera i soldati al fianco dell’esercito russo: “La Nato vuole attaccare la Bielorussia”
L’escalation militare che in questi giorni ha interessato Russia e Ucraina, con la distruzione del ponte di Kerch da un lato e il bombardamento di Kiev dall’altro, potrebbe allargarsi presto alla Bielorussia. Il Paese guidato dal leader autoritario Alexander Lukashenko, vero e proprio satellite del Cremlino fin dalle prime battute del conflitto, avrebbe favorito il lancio di missili avvenuto questa mattina in direzione della capitale ucraina: una nota dello stato maggiore del Paese invaso riferisce che “il nemico ha usato droni iraniani, modello Shahed-136, lanciati dal territorio della Bielorussia e contemporaneamente dalla Crimea occupata”. Nove di questi ordigni sono stati intercettati dai sistema di difesa, ma altri sono andati a segno colpendo obiettivi civili.
Nelle dichiarazioni Lukashenko si mette sulla difensiva e accusa la comunità internazionale di ordire aggressioni verso il suo Paese: “In Occidente c’è la convinzione diffusa che l’esercito bielorusso parteciperà in modo diretto all’operazione militare speciale sul territorio dell’Ucraina – accusa – dopo aver creduto a queste teorie, la leadership politico-militare dell’Alleanza Atlantica e un certo numero di paesi europei sta già valutando apertamente le opzioni per una possibile aggressione contro il nostro paese, fino a un attacco nucleare”. Convocata per oggi nella capitale Minsk una riunione urgente dei vertici delle forze armate: sul tavolo la decisione di schierare un “gruppo regionale congiunto di truppe” insieme alla Russia per rafforzare il fronte sotto assedio per via della controffensiva ucraina.
Dall’Ue Peter Stano, portavoce dell’ alto rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza dell’Ue Josep Borrell, invita la Bielorussia a non venire utilizzata come “piattaforma di lancio” per i missili diretti in Ucraina e a “non prenda parte alla brutale aggressione portata avanti dalla Russia”. Stano ha aggiunto che l’Unione europea condanna “con la massima fermezza” gli attacchi di questa mattina: “Si tratta di qualcosa che è contrario al diritto umanitario internazionale. Prendere di mira indiscriminatamente i civili equivale ad un crimine di guerra”.