Carcere per chi prova a “convertire” una persona Lgbt: la nuova legge del Belgio
La Segretaria di Stato belga per l’uguaglianza di genere, le pari opportunità e la diversità Sarah Schlitz ha annunciato l’arrivo di una misura per vietare le “pratiche di conversione” delle persone della comunità Lgbt: sebbene il Belgio sia considerato un modello per i diritti delle minoranze sessuali visto il suo strutturato impianto legislativo in materia, queste tecniche pseudoscientifiche che vanno dalla psicoterapia fino all’elettroshock non sono ancora formalmente oggetto di un provvedimento mirato. Spesso accadono in ambienti religiosi o settari, possono essere svolti da parenti o pseudo-professionisti e avere conseguenze terribili per le persone che li subiscono. Alcune persone sono arrivate a denunciare di aver subìto “stupri collettivi” con l’intento di essere allineati alle “norme eterosessuali e cisgender”, secondo un recente studio del ‘Centre Permanent pour la Citoyenneté et la Participation’ (CPCP).
“Il Belgio è un pioniere nel campo dei diritti LGBTQ. Numerose riforme legislative e sforzi sociali lo testimoniano, ma purtroppo mancava un divieto sulle pratiche di conversione nel nostro arsenale legislativo”, ha affermato Schlitz in un comunicato stampa. “L’opportunità di essere se stessi e la libertà di vivere come si desidera – prosegue – è un principio fondamentale della nostra società che non deve essere compromesso in nessuna circostanza. Questo divieto è un atto potente per proteggere le vittime da questa violenza simbolica, psicologica e talvolta fisica”. D’ora in poi chi effettuerà queste pratiche di conversione sarà punito con la reclusione da un mese a due anni e con una multa da 100 a 300 euro. Il tribunale valuterà le aggravanti se il reato sarà commesso da una persona in una posizione considerata di fiducia, autorità o influenza sulla vittima e se queste siano minori o persone in una situazione vulnerabile. Sarà sanzionato anche il suggerimento o l’incitamento, diretto o indiretto, alle dette pratiche.