Bartolo (Pd) a TPI: “Abbiamo depredato l’Africa come fosse un ipermercato, è ora di restituire qualcosa”
Pietro Bartolo, il “medico di Lampedusa”, è stato eletto al Parlamento europeo, tra le fila del Pd. Oggi, 2 luglio, si è insediato come eurodeputato. TPI lo ha incontrato a Strasburgo:
Per 30 anni ho fatto il medico, cercando di fare sapere al mondo intero cosa succedeva. Non sono numeri, sono delle persone, con le loro sofferenze, i loro sogni. Perché i neri hanno dei sogni, non lo sa nessuno. Il loro sogno più grande è quello di sopravvivere. E noi glielo dobbiamo consentire. Ho scelto di entrare in politica e ho avuto la fortuna che molta gente mi ha votato, e mi ha consentito di essere qua oggi, dalla parte giusta.
Accoglienza, fratellanza, rispetto dei diritti umani sono i miei valori. E questa è la sede principale dove deve cominciare la lotta per tutto quello che sta succedendo nel Mediterraneo e in Libia deve essere risolto, attraverso dei provvedimenti condivisi. L’Europa ha queste capacità.
Non gradisco quello che sta facendo l’Italia nel campo dell’immigrazione. Non fa parte della cultura dell’Italia. Il sentimento italiano è un altro, non quello che sta venendo fuori oggi a causa di continue menzogne e odio disseminato.
Sono riusciti a tirare fuori la parte più brutta degli italiani, ma gli italiani non sono così. L’Italia è il frutto di una contaminazione di millenni. I popoli del Mediterraneo si sono incontrati, si sono scambiati culture, tradizioni e dna. Non possiamo dimenticare quello che siamo stati: i primi emigranti. Abbiamo “invaso” tutto il mondo, ed eravamo migranti economici, quelli che non vogliamo oggi.
Abbiamo un governo che fa di tutto, anche leggi ad hoc, per fermare non solo i migranti, ma anche le ong che li aiutano. Queste leggi poi vanno a ricadere su altre persone, come ad esempio i pescatori, che davanti a un naufragio non sanno cosa fare. Io penso che chi si trova per mare seguendo quello che è legge del mare.
Tutti hanno diritto di vivere una vita serena, siamo tutti cittadini di questo mondo e anche i migranti economici, quelli che scappano dalla miseria, dalla fame. Morire di guerra o di fame non fa nessuna differenza.
Queste persone cercano un posto migliore in cui vivere, e noi glielo dobbiamo consentire. Scappano da paesi ricchissimi, che noi abbiamo scambiato per un grande ipermercato, dove prendere tutto gratis, senza cedere nulla. L’unica cosa che possiamo fare è ridare indietro qualcosa, accettandoli e integrandoli. È quello che farò in questa sede, per fare sì che i diritti umani vengano rispettati.