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Home » Esteri

“La finestra era aperta, non c’era il vetro di protezione”: la difesa del nonno della bambina morta in crociera

Immagine di copertina
La piccola Chloe e il nonno Salvatore

A due giorni dalla tragedia della bambina morta in crociera domenica 7 luglio arriva la difesa del nonno.

Ha sconvolto il mondo intero la notizia della piccola di 18 mesi vittima di un incidente in crociera, mentre era in vacanza con la famiglia. Secondo una prima ricostruzione, la bambina sarebbe sfuggita dalle mani del nonno, facendo un volo di decine e decine di metri dopo esser stata sporta da una finestra.

Ma le cose potrebbero essere andate diversamente. I familiari della bambina, infatti, non credono a questa versione. A parlare è il legale della famiglia della piccola Chloe Wiegand. Secondo quanto sostenuto dal’avvocato Michael Winkleman, Chloe non sarebbe sfuggita dalle mani del nonno.

Le autorità sostengono che Salvatore Anello – questo il nome del nonno di Chloe, un operatore IT di South Bend – teneva la bambina su una finestra quando lei è scivolata dalle sue braccia precipitando giù e schiantandosi sul molo sottostante.

La questione sarebbe più complessa: il legale della famiglia Wiegand ha spiegato che l’uomo avrebbe fatto sedere la bambina su una sporgenza vicino a una finestra, in una zona appositamente dedicata ai bambini. Quello che il nonno non sapeva, però, era che quella finestra era aperta.

“Il nonno di Chloe l’ha sollevata e l’ha messa su una ringhiera, convinto che ci fosse un vetro di protezione, come quello presente sui campi da hockey. Quel vetro, però, non c’era”. Quel vetro, sempre secondo le parole dell’avvocato, avrebbe dovuto fermare la bambina, impedirle di scivolare giù. Ma così non è stato. Secondo la difesa del nonno della bambina morta in crociera, non avrebbe senso “lasciare una finestra aperta in un’intera parete di vetro piena di finestre in una zona per bambini”.

“Perché dovrebbe esserci quel tipo di pericolo nascosto senza alcun preavviso, senza alcun segno, senza alcun annuncio?”, ha chiesto l’avvocato.

La famiglia Wiegand aspetta una risposta a questa domanda dalla compagnia su cui viaggiava. Per ora la Royal Caribbean si è limitata a dirsi “profondamente rattristata” per quanto accaduto. “Abbiamo messo a disposizione il nostro team di assistenza per la famiglia con tutte le risorse di cui hanno bisogno”, scrive la compagnia in una nota ufficiale. “Per rispetto della loro privacy, non abbiamo in programma di commentare ancora l’incidente”.

Quello che pensa l’avvocato della famiglia della piccola Chloe però è che la Royal Caribbean sia colpevole di quanto accaduto alla bambina, parla di negligenza e assicura che farà il possibile per far sì che giustizia sia fatta. Per la bimba che non c’è più e per la sua famiglia.

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