Il ballerino ucraino Sergei Polunin con il tatuaggio di Putin sul petto non danzerà a Milano
Era attesa da anni l’esibizione di Sergei Polunin all’Arcimboldi di Milano. Il noto danzatore ucraino, 32 anni, membro del corpo di ballo di Kiev, è finito al centro delle polemiche per via di un tatuaggio sul petto che ritrae il volto del presidente della Russia Vladimir Putin. D’altronde già da tempo il ballerino ucraino aveva espresso la propria simpatia e stima nei confronti del leader del Cremlino, che da venti giorni ha invaso il Paese d’origine di Polunin.
E così la sua esibizione al teatro Arcimboldi di Milano, prevista per il 9 e il 10 aprile prossimi, è stata annullata. Una performance già rinviata da un paio d’anni a causa della pandemia di Covid-19, che lo avrebbe visto in scena nei panni del suo celebre “Rasputin”, per lo spettacolo “Rasputin Dance Drama” sulla vita degli Zar. Dopo le polemiche per le posizioni filorusse del ballerino, è arrivata la conferma dell’annullamento dello spettacolo, ufficialmente per un improvviso infortunio. Il ballerino ha spiegato di non poter ballare per alcuni mesi per la rottura del tendine d’Achille. Spettacolo posticipato al 28 e 29 gennaio 2023, mentre è stato cancellato l’evento del primo giugno ‘An Evening with Sergei Polunin’. Per l’occasione ci sarà un Gran Galà di danza ‘Pace for Peace’ con il ricavato destinato a sostenere artisti russi e ucraini.
“Venerdì scorso la sua organizzazione ci ha mandato la diagnosi dell’ospedale di Novosibirsk con le radiografie che attestano una lesione al tendine d’Achille del piede destro – spiega Gianmario Longoni, direttore artistico del Teatro degli Arcimboldi in un’intervista al Corriere della Sera – ci hanno detto che ora Sergei è a Dubai per farsi operare e che fino a gennaio non se la sente di prendere nuovi impegni. Per gli Arcimboldi – ha concluso Longoni – è un danno enorme”.
C’è da dire che Polunin, già prima dell’infortunio, aveva espresso preoccupazione e dispiacere per quanto stava accadendo in Ucraina, la sua terra d’origine. I suoi collaboratori avevano riferito di come stesse seguendo con “animo lacerato le notizie della rovinosa caduta, in mano dell’esercito russo, di Kherson, la città a sud dell’Ucraina in cui è nato e dove ha mosso i primi passi di danza prima di volare a Londra e diventare, a 19 anni, il più giovane principal dancer nella storia del Royal Ballet”. Come ricorderete nei giorni scorsi, subito dopo l’invasione russa in Ucraina, il direttore d’orchestra Valery Gergiev, impegnato al Teatro della Scala di Milano con “La dama di picche”, ma considerato molto vicino a Putin, era stato sostituito in extremis con Timur Zangiev, visto che non aveva voluto prendere una netta posizione di condanna contro l’invasione voluta da Mosca.
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