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Ucraina, perché Bakhmut è diventato il principale fronte

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Mentre gli ucraini attendono i carri armati Leopard-2 dagli alleati occidentali e i russi premono in vari punti del fronte, la città di Bakhmut, nell’oblast di Donetsk, è diventata da diversi mesi il principale teatro degli scontri nella guerra.

Attualmente, le forze di Mosca sono riuscite ad accerchiare gran parte della città e gli uomini del gruppo Wagner hanno fatto sapere lo scorso 8 marzo di controllare la sua zona est, ma gli ucraini, che pur hanno fatto saltare alcuni ponti, elemento che di solito lascia intendere una ritirata, sembrano intenzionati a continuare a combattere.

Più volte, a partire dalla scorsa primavera, Bakhmut era stata toccata dagli scontri, finché ad agosto non è iniziata una vera e propria battaglia la cui intensità è cresciuta particolarmente soprattutto dallo scorso autunno, in seguito alla ritirata russa da Kherson. Questo ha fatto chiedere a molti osservatori se questa città mineraria del Donbass sia effettivamente un obiettivo di valore strategico o sia principalmente un obiettivo di natura simbolica.

Valore strategico o simbolico?

Il segretario di Stato americano Lloyd Austin, ad esempio, ha dichiarato lo scorso 7 marzo che una sconfitta ucraina a Bakhmut non rappresenterebbe una disfatta operativa e che la città rappresenta un obiettivo più simbolico che strategico. Un’opinione condivisa anche dal centro studi Institute for Studies of War (ISW), secondo cui se pure Mosca riuscisse a prenderne il controllo, non riuscirebbe a ottenere da esso un forte vantaggio operativo.

Cosa ha di simbolico allora questa città? La Russia, dopo aver preso il controllo la scorsa estate delle città di Severodonetsk e Lysychansk, non è riuscita per mesi a guadagnare territorio, subendo anche le offensive ucraine a Kharkhiv e Kherson che l’hanno costretta a perdere terreno. Per Mosca è diventato dunque ancora più importante portare a casa un successo, sia agli occhi dell’opinione pubblica che per il morale delle truppe. Dopo la ritirata delle forze russe da Kherson, Bakhmut è diventato il principale fronte e il principale obiettivo russo.

L’altra questione da non sottovalutare è il ruolo giocato dal gruppo Wagner sul fronte di Bakhmut. La formazione ha schierato migliaia di uomini nel tentativo di prendere il controllo di questa città e il suo leader, Yevgeni Prigozhin, si è mostrato molto partecipe all’offensiva, non mancando di criticare il ministero della Difesa per non aver fornito ai suoi uomini sufficienti munizioni. Prigozhin da mesi sta cercando di ritagliarsi un ruolo di primo piano nel conflitto in Ucraina, mostrandosi come alternativa valida e più efficiente all’esercito regolare: molti osservatori pensano quindi che stia cercando di portare a casa una vittoria a Bakhmut da poter offrire all’opinione pubblica come una vittoria del gruppo Wagner.

Ma è vero che la città di Bakhmut non ha valore strategico? Per quanto molti abbiano enfatizzato come il risultato di tale battaglia rischia di non essere determinante ai fini strategici, il controllo di Bakhmut offre l’accesso a una serie di strade che non va sottovalutato. La città si trova intanto lungo l’autostrada M03 che arriva alla città di Slovyansk, sotto il controllo ucraino e tempo nelle mire dei russi, mentre le due strade T0504 e T0513 collegano Bakhmut rispettivamente a Konstantynivka e Siviersk , altre città del Donbass nel mirino di Mosca.

Non è un caso che il presidente ucraino Volodymir Zelensky, intervistato dalla CNN, abbia detto che se la Russia dovesse prendere il controllo di Bakhmut avrebbe il “via libera” per raggiungere le altre città principali dell’Ucraina orientale.

Il tritacarne di Bakhmut

Le cronache e le informazioni rese note dal campo di battaglia raccontano di una delle più sanguinose battaglie dall’inizio della guerra in Ucraina. Secondo il ministro della Difesa russo Shoigu, gli uomini di Mosca avrebbero ucciso circa 11mila uomini, mentre in un incontro tra funzionari occidentali e ucraini citato dal Guardian sarebbe emerso che le vittime russe sarebbero tra le 20mila e le 30mila. Numeri inverificabili, ma che mostrano come le perdite siano altissime da entrambe le parti.

Tenere impegnato il nemico su un fronte e cercare di causargli più vittime possibili è una tradizionale tattica che non ha nulla di nuovo, che costa innumerevoli vite umane e che rischia sempre di ritorcersi contro a chi la mette in campo. E forse proprio questo è stato uno dei timori degli Stati Uniti se fosse confermata la notizia uscita lo scorso gennaio secondo cui Washington avrebbe chiesto all’Ucraina di abbandonare i combattimenti a Bakhmut e concentrarsi sul fronte sud. I russi, con una popolazione notevolmente superiore, possono permettersi un ricambio di uomini decisamente superiore a quello ucraino.

Cose da sapere su Bakhmut

La città di Bakhmut si trova nell’oblast di Donetsk, uno dei due che compongono la regione del Donbass. Prima dell’inizio della guerra in Ucraina, la città contava circa 70mila abitanti ed era nota soprattutto per le sue importanti miniere di sale. Nel 1924 l’Unione Sovietica cambiò il nome della città in Artemivsk o Artyomovsk (a seconda di come la si chiama, se in russo o ucraino), in onore del Comandante Artyom, un rivoluzionario bolscevico, secondo la dottrina per cui molte città andavano dedicate a rivoluzionari e dirigenti sovietici. Nel 2016 il governo ucraino mutato il nome della città, riportandolo al precedente Bakhmut.

 

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