Alcune aziende italiane continuano a fare affari con la Russia: Copasir pronto ad intervenire
Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, in sigla Copasir, ha annunciato di essere pronto a intervenire contro i cosiddetti “furbetti” delle sanzioni. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, diversi importanti imprenditori italiani hanno infatti aggirato l’embargo verso Mosca attraverso meccanismi di “triangolazione” con Paesi dell’ex Urss, come Tagikistan, Azerbaijan e Kazakistan, che mantengono aperti i canali con Mosca.
L’allarme è scattato grazie una serie di segnalazioni anonime giunte da alcuni esponenti industriali di primo livello. Il Copasir adesso vuole vederci chiaro e verificare queste informazioni. Secondo il segretario generale Ernesto Magorno, la questione sarà posta al plenum del Comitato già la settimana prossima, “perché in una fase tanto delicata della crisi ucraina è fondamentale garantire l’applicazione delle misure decise dall’Occidente nei confronti di Putin”.
Secondo il Corriere della Sera, il trasferimento dei prodotti da Mosca avverrebbe tramite “finanziarie e società costruite ad hoc,” che operano soprattutto in Kazakistan. Il sistema di triangolazioni, già sperimentato ai tempi dell’embargo contro l’Iran – usando come tramite la Turchia – ora si sarebbe “collaudato” a seguito delle ultime sanzioni contro Mosca.